Un sospito di sollievo per ora nella vicenda Egea. Oggi, martedì 19 marzo, era stata fissata una nuova assemblea, saltata la scorsa settimana, degli obbligazionisti. Era l’ultima data possibile per ottenere il via libera dai 77 obbligazionisti che vantano un credito di 20 miliuoni di euro, per proseguire nella procedura di salvataggio Egea che altrimenti sarebbe condannata al fallimento. Su sei gruppi ripartiti in base al periodo di emissione delle cedole, soltanto quattro si erano espressi a favore, mentre due si erano astenuti.
Oggi, oltre il 90% degli obbligazionisti della multiutility albese, ha approvato l’operazione che di fatto salva l’azienda dal fallimento. Serviva infatti almeno il 60 per cento dei crediti complessivi di ogni categoria. Con il sì degli obbligazionisti è dato per scontato il via libera delle 32 banche che vantano crediti per 364 milioni di euro : i 160 milioni garantiti potranno essere convertiti nel 50% della nuova società. Sui crediti non garantiti è stato invece proposto un saldo e stralcio al 30%.
I primi a sottoscrivere la procedura sono stati i fornitori, che hanno accettato il 25% delle loro spettanze. Agli artigiani e ai professionisti iscritti agli albi, toccherà il totale, come tutela la legge.
Ora Iren potrà procedere dopo che ha alzato la sua offerta disposta ad apportare 85 milioni di euro di risorse. Eentro fine giugno si dovrebbe creare una nuova società, al 50 per cento di Iren e al 50 per cento delle banche creditrici, che usciranno quando Iren riscatterà i loro crediti, entro cinque anni, entro il 2029.
Il percorso dovrà concludersi entro il 16 giugno, perché per la legge la composizione negoziata ha una durata massima di trecentosessanta giorni.
Intanto lunedì si sono trovati in tanti di fronte alla sede di corso Nino Bixio a protestare. Ertano i lavoratori nel picchetto organizzato da Filctem Cgil, il sindacato presente in azienda a cui si è unito anche Fit Cisl, che rappresenta i dipendenti addetti ai trasporti nel comparto ambiente.