Borgo San Dalmazzo – È stato assolto dall’accusa di incendio colposo G. B., proprietario del terreno in località Madonna Bruna dal quale, secondo gli inquirenti, sarebbe partito il fuoco che a causa del vento forte del 16 aprile 2022, si estese in località Tetto Trucco e Tetto Tabuna, rischiando di lambire anche la pineta del bosco dell’Impero. Ad accorgersi delle fiamme furono alcuni savonesi che stavano trascorrendo le vacanze di Pasqua nella borgata dove possiedono dei terreni: “Con la mia compagna e un vicino abbiamo subito preso dei rastrelli e siamo andati dove c’erano le fiamme, sono stato nell’antincendio in Liguria per molti anni quindi ho iniziato a seguire il tracciolino spostandomi lungo il fronte dell’incendio. La mia compagna mi fece notare un accendino e dei cubetti accendifuoco su un ceppo vicino a un cumulo di foglie fumanti nel terreno che presumo fosse di G. B. perché avevamo sempre visto la sua auto lì vicina”.
Per domare le fiamme oltre all’intervento delle squadre dell’Aib fu necessario l’intervento del Canadair: “Segnalai la presenza dell’accendino e della diavolina al primo caposquadra e quando tornai indietro vicino al ceppo non c’erano più”.
“Mentre aspettavo il mio compagno – ha riferito l’altra testimone – è passata una signora che disse di essere amica dei proprietari del terreno e che era molto dispiaciuta perché il suo vicino non aveva dato ascolto alla moglie che gli aveva detto di non accendere il fuoco. Ci disse che lui ce l’aveva già in testa da alcuni giorni”.
Il proprietario del terreno, e imputato nel processo, si presentò sul luogo dell’incendio solo nel pomeriggio e gli altri testimoni lo videro parlare con i Carabinieri Forestali. “Non c’era un divieto di accendere fuochi in quel periodo ma dato che la situazione si era fatta critica, venne emanato il divieto nei giorni seguenti”. Per l’accusa le testimonianze delle persone intervenute a spegnere le fiamme avevano dato prova che il fuoco era partito dal terreno dell’imputato, per il quale è stata chiesta la condanna a un anno e due mesi di reclusione. Secondo la difesa però nessun testimone aveva dato prova della presenza dell’imputato quel giorno nel bosco e nessuno aveva potuto accertare l’esatta provenienza delle fiamme; per questo ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito, richiesta accolta dal giudice che ha assolto l’uomo per non aver commesso il fatto.