Nel dopoguerra Nuto Revelli lavorò dapprima come geometra, poi diede inizio all’attività di compravendita di materiale in ferro. Contemporaneamente, crebbe in lui la necessità di testimoniare quanto vissuto, avviandosi a un compito di narrazione e di ricerca.
Le esperienze della guerra fascista e della lotta partigiana, l’interesse per la storia vista “dal basso” lo guidarono nella raccolta di testimonianze dal mondo dei reduci e poi dal mondo contadino cuneese.
Nei lunghi anni di lavoro, alla scrittura dei libri affiancò l’attività di testimonianza nelle scuole:
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