Torino – “Siamo ancora in attesa dei bilanci delle Asl relativi al quarto trimestre 2023, ma pare possa essere esclusa con ragionevole certezza la possibilità che la Regione venga sottoposta al Piano di rientro”. Lo ha annunciato l’assessore alla Sanità Luigi Icardi alla quarta Commissione riunita oggi, lunedì 22 gennaio. La risposta di Icardi arriva dopo lo scambio di accuse reciproche tra il presidente Cirio e le opposizioni che avevano accusato con Domenico Rossi del Pd: “Lo schema del presidente Cirio è sempre lo stesso: i meriti sono sempre i suoi, mentre le responsabilità per i problemi sono degli altri. O di chi è venuto prima o di qualcuno che sta sotto nella catena di comando. Chiaramente dimentica sempre di dire che lui era assessore della Giunta Cota che portò il Piemonte nel piano di rientro”.
Le affermazioni di Icardi in commissione seguono anche le preoccupazioni emerse dopo l’analisi dei bilanci di previsione delle singole aziende avvenute nei giorni scorsi con un previsionale di quasi 400 milioni in più, con richieste alte, a cui già il governatore Alberto Cirio aveva risposo: “Non c’è nessun deficit nella sanità piemontese, anzi chiuderemo anche il 2023 in equilibrio di bilancio come certificato dalla Corte dei Conti. E dei 5 miliardi in più del Fondo sanitario nazionale noi prenderemo l’8%”.
“Per quanto riguarda i fondi regionali – ha annunciato l’assessore Icardi nel 2024 non è più stata inserita la quota a copertura del mutuo stipulato per il disavanzo sanitario 2000, essendo terminato il periodo di ammortamento per un valore di 17,7 milioni di euro. È prevista invece una quota regionale a garanzia della copertura del cofinanziamento statale per l’edilizia sanitaria ex articolo 20, pari a 8,3 milioni per il 2024 e 18,4 milioni annui per il biennio 2025 e 2026”.
“Vengono confermati – ha aggiunto – fondi per il contrasto ai disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e quelli per i percorsi di accesso allo screening e alla diagnosi prenatale e introduzione del Nipt test nell’Agenda di gravidanza, pari a 150 mila euro per il 2024 e 200.000 euro annui per il biennio 2025 e 2026”.
“Per quanto riguarda i fondi statali, che verranno ripartiti tra le Regioni – ha spiegato – la quota indistinta vede un incremento nazionale di 3 miliardi di euro per il 2024 e di 4,2 miliardi per l’anno successivo: il Governo ha fatto il massimo sforzo, ma forse non sarà sufficiente a finanziare adeguatamente il Sistema sanitario, che negli ultimi due anni ha visto incrementare i costi delle materie prime e dell’energia”.