Torino – Sanità piemontese in profondo rosso. Il deficit previsto dai bilanci preventivi inviati in Regione da Aso e Asl da tutto il Piemonte non fa ben sperare: circa 400 milioni di euro di debiti, alla soglia del commissariamento per piano di rientro. Gli incontri continui avvenuti in questi giorni tra direttori generali e uffici dell’assessorato alla sanità regionale raccontano di una situazione tesa e al limite, con molti distinguo tra azienda e azienda ma soprttutto con molto lavoro da fare. I conti saranno ancora da limare fino alla fine del mese di gennaio, perché il deficit previsto è ancora troppo alto, e nonostante l’aumento del fondo sanitario disposto dal Governo i soldi nelle casse del Piemonte non ci sono. Per cui i direttori dovranno ridurre ancora in molti casi le previsioni di spesa, con l’accortezza di non tagliare servizi, ma andnado a ridurre consulenze, doppioni di servizi, appropriatezza e spesa farmaceutica e a potenziare la telemedicina.
I distinguo vanno fatti e ci sono, le aziende torinesi hanno buchi enormi, e su tutti la solirta Città della Salute, il cui debiti sembra si aggirino intorno ai 250 milioni, e anche Asl e Aso cuneesi hanno conti molto diversi l’uno dell’altra: le sue Asl, e in particolare l’Asl Cn1, mentre il Santa Croce e Carle sembra sia l’unica azienda sanitaria piemontese in attivo.