Paolo Riberi, collaboratore de La Guida, è in Giappone in questi giorni e oggi si è svegliato con la notizia dei violenti terremoti. Si trova a Hiroshima sulla costa orientale, completamente fuori pericolo, dove concluderà il suo viaggio nei prossimi giorni. Ecco cosa ha scritto dal Giappone dopo aver già raccontato le prime ore dopo la tragedia.
Hanno fatto registrare una magnitudo di 7.6 e 6.2 i violenti terremoti che nella mattinata di lunedì 1 gennaio (intorno alle 16 ora locale) hanno investito la costa occidentale del Giappone, abbattendo oltre 200 abitazioni e numerosi pali della luce nella prefettura di Ishikawa e nelle regioni circostanti, oltre ad aprire grandi voragini nelle strade. Il conteggio dei morti ha superato quota 55 (ora già 62, ndr), e ad aggravare la situazione hanno contribuito numerosi incendi.
Dal punto di vista geologico non si è trattato di eventi isolati: nel complesso i sismografi hanno rilevato una raffica di 155 terremoti, tutti di magnitudo 4 o superiore. Le scosse sono state avvertite fino a Tokyo, sulla sponda opposta dell’isola di Honshu, dove l’imperatore Natuhito ha deciso di annullare il suo tradizionale discorso di Capodanno. Sempre nella capitale, un aereo di soccorso della Guardia Costiera si è scontrato con il volo di linea Jal 516 della Japan Airlines, partito dall’isola settentrionale di Hokkaido: cinque i morti a bordo del velivolo dei soccorritori, mentre è rimasto illeso l’equipaggio dell’altro aereo, con 359 passeggeri di cui 8 neonati.
Sulla costa occidentale, oltre due milioni di abitazioni sono rimaste senza corrente elettrica, e le autorità hanno diramato l’ordine a tutti gli abitanti della zona di Ishikawa di abbandonare la costa prima possibile. “Tutti i residenti devono evacuare immediatamente su terreni più elevati”, hanno avvertito le emittenti locali.
Dopo le scosse della mattina del 1° gennaio, infatti, è cresciuta l’allerta per la propagazione di uno tsunami in tutto il mar Cinese Orientale, mentre onde alte 1,2 metri hanno investito le coste settentrionali della prefettura di Ishikawa, e in particolare la cittadina di Wajima, già colpita da un incendio.
Il rischio tsunami, inizialmente esteso anche alle coste di Russia e Corea, è stato in seguito ridimensuonato. È rimasta invece del tutto fuori pericolo la costa orientale del Giappone, da Hiroshima a Tokyo. A Hiroshima, in particolare, i traghetti turistici hanno continuato a salpare verso l’isola antistante di Miyajima e la vita quotidiana è proseguita con ordine e regolarità in ogni suo aspetto. La maggiore fonte di disagi è stato il sovraffollamento dei treni superveloci Shinkansen per Tokyo.