Valle Maira – Con l’accensione dell’albero di Natale oggi (sabato 9 dicembre) in piazza San Pietro, giunge nel cuore della cristianità un “pezzo” di Granda, dalla valle Maira. Un segno di speranza per il futuro della montagna, come sottolinea il presidente nazionale Uncem (Comuni ed enti montani), Marco Bussone: “Le luci dell’albero di Natale acceso poco fa in piazza San Pietro illuminino il nostro cammino. L’impegno dei sindaci che, ha ricordato Papa Francesco, devono lavorare in armonia. Dunque, camminando insieme. Un albero, quell’abete, è prodotto della gestione forestale sostenibile, certificata Pefc, è generato da boschi gestiti e dunque anche tagliati. Perché nelle Alpi i boschi si gestiscono e tagliano anche. Gli alberi non per forza devono essere malati, per essere tagliati. Da 500 anni in val Maira, come nel Cansiglio e in Appennino Reggiano, o in Sila, si fa gestione forestale sostenibile. Quell’abete di piazza San Pietro non è da solo. È nato in una foresta, boschi che in Italia continuano a crescere e vanno pianificati ovvero contenuti affinché in montagna sia possibile la vita, l’agricoltura, l’allevamento. La gestione forestale produce paesaggio, genera servizi ecosistemici-ambientali che vanno a beneficio di tutti. Anche per Roma, Torino, Cuneo. L’albero è illuminato e le luci del presepe donato dalla Diocesi di Rieti e dell’albero della val Maira donato dalla Diocesi di Saluzzo sono luci per le strade che dobbiamo compiere. La Luce in realtà è solo di uno, che ci guida. Luce che illumina la via dei sindaci, che se non camminano insieme, in un ‘Sinodo dei territori’ del quale abbiamo bisogno, vanno poco lontano. Camminare insieme è il nostro imperativo. Da soli ci si ferma. Quelle luci accese in piazza San Pietro illuminino i sindaci e le comunità. Abbiamo bisogno di vera Luce. Anche per spendere bene e in tempi rapidi, 45 milioni di euro – tra Strategia aree interne, Pnrr, fondo sviluppo coesione, piani per i borghi, come i 20 milioni per Elva, riqualificazione delle strutture, rivitalizzazione del patrimonio, garanzia dei diritti di cittadinanza, scuola di valle finalmente! – che la val Maira ha già incamerato e ora deve investire. Nonché per usare le bene le cifre analoghe, anche sulle politiche forestali che tutte le Valli alpine e appenniniche hanno a disposizione. La montagna vive se Sindaci e comunità lavorano insieme, oltre i campanilismi, camminano insieme, hanno stima e fiducia reciproca. Cercano il bene reciproco. Armonia. Non per il bene di un singolo Comune o di una singola valle, ma del Paese insieme, intero, più unito e coeso”.