Clavesana – Indispettito dal fatto che i Carabinieri fossero entrati nel suo locale a controllare i green pass dopo la chiusura, mentre stava cenando con due amici, pronunciò una frase oltraggiosa nei confronti di un Carabiniere senza accorgersi, complice la mascherina a coprire il volto, che il militare insultato era in realtà proprio davanti a lui; per questo motivo P. F. è stato rinviato a giudizio con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale. I fatti risalgono a febbraio 2022 quando era ancora in vigore l’obbligo del green pass per accedere a locali pubblici. Erano da poco passate le 21, il proprietario aveva chiuso la cassa e stava mangiando insieme a due amici quando i due militari entrarono e chiesero il green pass. L’uomo indispettito dalla presenza dei militari disse che “avrebbero dovuto andare a controllare il loro collega… che comprava la droga dal marocchino di Dogliani”. In realtà il militare cui aveva fatto riferimento era proprio davanti a lui, non riconoscibile perché aveva il volto coperto dalla mascherina. Secondo la testimonianza del militare però le cose non andarono meglio quando si abbassò la mascherina rendendosi riconoscibile, perché il titolare del locale avrebbe rincarato la dose proponendogli “di andare a fare un test antidroga”. Secondo l’accusa quelle frasi oltraggiose furono pronunciate in un locale pubblico alla presenza di altre persone e l’istruttoria aveva provato la sussistenza del reato perché anche uno dei testimoni di difesa aveva riferito di aver sentito l’amico pronunciare la frase sull’uso di stupefacenti da parte del Carabiniere. Per questo nelle conclusioni il pubblico ministero ha chiesto la condanna dell’imputato a cinque mesi di reclusione. Richiesta respinta dalla difesa: una volta chiuso al pubblico, il locale era di fatto una dimora privata e quella era una cena fra amici. In questo senso anche la richiesta del green pass era fuori luogo, così come insussistente il reato di oltraggio che richiede di essere consumato in luogo pubblico. Una conclusione che non ha trovato d’accordo il giudice che ha invece accolto la richiesta dell’accusa condannando l’uomo a nove mesi di reclusione.