Borgo San Dalmazzo – Aggredito sulla porta del proprio negozio all’interno di Borgo Mercato da un uomo che conosceva di vista, senza neanche sapere perché; è accaduto nel primo pomeriggio del 17 luglio 2021 ed è stata la vittima dell’aggressione a raccontare al giudice che mentre stava sistemando capi di abbigliamento sul retro del negozio si era accorto che l’uomo (V. A., pregiudicato) era entrato e aveva guardato dietro le casse e velocemente se ne era andato. “L’ho seguito per chiudere la porta a vetri e appena mi sono affacciato mi ha urlato contro e mi ha dato un calcio sulla coscia, poi pugni e schiaffi e nel frattempo si è aggiunto un altro uomo che non avevo mai visto per picchiarmi anche lui”. Rocambolesca la fuga del commerciante che per liberarsi dei due aggressori è scappato all’interno del supermercato, dove è stato raggiunto nella corsia delle confezioni d’acqua e ancora picchiato: “Sono riuscito di nuovo a scappare e mi sono rifugiato dentro la tintoria dove sono riuscito ad avvisare i Carabinieri”. L’attenzione dei due però nel frattempo si era spostata all’arredo del negozio di abbigliamento della vittima, dove i due avrebbero mandato in frantumi un tavolo di vetro e buttato a terra manichini e capi di abbigliamento. Se da un lato non è stato difficile individuare il principale aggressore che la vittima già conosceva, non è stato invece trovato il secondo uomo che è rimasto ignoto. Interrogato dai Carabinieri, l’uomo avrebbe detto che il commerciante lo aveva pedinato e forse anche minacciato: “Ma non è assolutamente vero che lo pedinavo, anzi, spesso quando veniva al centro commerciale mi parlava facendomi perdere anche tempo mentre lavoravo e alla fine cercavo di evitarlo”. Anche se l’uomo non aveva inizialmente denunciato l’aggressione per paura, il fascicolo è arrivato lo stesso in tribunale in quanto procedibile d’ufficio ed è su questo elemento che si è basato il difensore nel sostenere che non era vero che ci fosse un secondo uomo quel giorno ad aggredire il commerciante e che trattandosi quindi di un reato procedibile a querela – che in questo caso non era stata fatta – il suo assistito andava assolto. Di tutt’altro avviso l’accusa che ha chiesto una condanna a un anno di reclusione, richiesta di condanna accolta dal giudice che ha aggravato la condanna a un anno e quattro mesi di reclusione con provvisionale risarcitoria in favore della parte civile costituita.