Cuneo – Quello presentata ieri sera, lunedì 6 novembre, nella Sala Cdt di largo Barale è la proposta progettuale del nuovo ospedale unico Santa Croce con gli interventi dei consiglieri comunali Ugo Sturlese di Cuneo per i Beni Comuni e Giancarlo Boselli, capogruppo degli Indipendenti. A presentare la proposta gli architetti Angelo Bodino e Michele Nasetta che già avevano avanzato alcune suggestioni progettuali in merito alla ristrutturazioni a blocchi del vecchio Santa Croce con il suo ampliamento.
Il progetto gioca su tre fattori principali: non si spreca territorio e si ricostruisce lì dove l’ospedale è cioè al centro di Cuneo, si costruisce velocemente, e il cantiere che sono piccoli cantieri parcellizzati vanno avanti a step separati, lotto per lotto, senza interferire con l’attuale attività. In pratica si svuotano edifici, si spostano nei blocchi costruiti a nuovo, si ristruttura e si riportano i reparti in fasi continue ma separate.
La superficie fondiaria che ha a disposizione il Santa Croce è di 33.000 mq, con una superficie utile lorda che può salire a 100.000 mq richiesti per un ospedale da 600 posti: un aggiunta di 25.000 mq in più ai 75.000 esistenti. Il progetto prevede di ristttturare il vecchio edificio e costruire quattro grandi blocchi nuovi: il blocco 1 su via Bassignano e via Monte Zovetto nuove strutture di sette piani per una superficie nuova di di 14.382 mq; il blocco 2 su via Coppino di fronte all’entrata princiapale di 5.741 mq sempre su sette piani; il blocco 3 sempre su via Coppino a fianco del primo edificio, praticamente di fronte a via Matteotti per 3.090,5 mq e il blocco 4 su corso Monviso, all’angolo con via Monte Zovetto quello del pronto soccorso ed emergenza rimane un edificio centrale a 2 piani (1.420 mq in più).
A introdurre la serata due interventi de consiglieri comunali d’opposizione. Ugo Sturlese ha traccisto la storia del nuovo ospedale negli ultimi anni, opponendosi alla scelta di Confreria: “Sono passati 6 anni da quando veniva istitutia la commissione speciale. Su Confreria ci sono vincoli e problemi di accessibilità. Si possono costruire parti nuove e conservare quello esistente, dalle sale operatorie alla sala bunker. L’ospedale in città è una moderna visione della vita cittadina. La proposta è culturalmente sbagliata da parte della Regione con il Partenariato pubblico privato: ha lanciato un miraggio sui nuovi ospedali. Per la salute dei cittadini conta altro, ospedali di comunità, la medicina territoriale e nulla si è fatto se non a Saluzzo e ad Alba e Bra, ma niente a Cuneo, niente a Borgo San Dalmazzo e niente a Dronero. Il progetto Ppp ha un costo di oltre un miliardo, anche con la gestione. La Azzan si dimette perché non vuole firmare questo atto verso il privato. Il Pd regionale è contrario, il Pd locale e la sindaca Manassero non dicono nulla. Ora siamo in attesa con un ritardo di otto mesi. Ristrutturiamo e ampliamo questo ospedale qui al Santa Croce”.
“Chi ha collocato l’ospedale qui – ha aggiunto Giancarlo Boselli – è stato lungimirante anche per il futuro della sanità cuneese, chi vuole spostarlo no. Nasce una Fondazione privata apposita per la scelta di dove collocare l’ospedale. Due errori gravissimi in questa vicenda ormai lunga e che sarà ancora lunga: togliere ospedale dalla città e non con i soldi pubblici ma con i fondi privati. Sono una decina di casi in Italia i Ppp. Mi sono fatto solo un’idea: il Ppp è fatto per spendere di più e per sollecitare il mercato delle costruzioni. Qui si risparmia sul consumo di suolo mentre a Confreria no ina una zona che è parco fluviale e zona soggetta alla legge Galasso. Spostare l’ospedale è anche dare un colpo mortale alla città. Altri capoluoghi di provincia si sono pronunicati e hanno detto che non volevano il partenariato pubblico privato. Ai sindaci che hanno fatto questa scelta la Eegione non si è contrapposta. Quello che noi presentiamo è un nuovo ospedale, non rattoppiamo quello attuale. Noi non ci limitiamo a criticare ma facciamo proposte alternative se fossimo noi a governare la città”.