È il 1917 quando Mario Odasso, giovane sottotenente di Garessio, fa la prima esperienza di guerra. Da subito è esperienza drammatica: lo sfondamento a Caporetto è appena iniziato e lui deve organizzare le linee di difesa a Gemona sul Tagliamento.
È l’inizio di una carriera che il libro documenta dettagliatamente ricorrendo a scritti dello stesso Odasso o attingendo ad altre pubblicazioni e dichiarazioni di soldati e ufficiali che condivisero le varie operazioni. Non appare come storia eroica. L’autore intende descrive il personaggio come un soldato consapevole del proprio dovere, ligio ai comandi, ma non fino al punto di non avere un suo punto di vista sul modo di condurre le azioni.
Prima l’Albania, poi è soprattutto la spedizione in Russia a costituire il nucleo fondamentale del libro. Odasso descrive con precisione i vari momenti dalla partenza, alle operazioni sul campo fino alla ritirata.
Denuncia la ripetuta “incosciente leggerezza” dei comandi che non si avvedono della situazione che si fa sempre più drammatica: un corpo alpino dirottato dal Caucaso alla steppa russa è imperdonabile errore tanto che ricorda bene le parole premonitrici di un suo superiore: “L’ombra cupa del Don sarà la nostra tragedia”.
Più volte ritorna sull’armamento “leggero e maneggevole, ma scarso e superato”. Annota le carenze del vestiario, in particolare degli scarponi a confronto con quello usato dai contadini che incrocia. Ricorda anche la loro disponibilità, mentre dalle truppe tedesche alleate “nessuna soddisfazione, nessun consiglio, nessun aiuto”.
L’ampia documentazione fotografica dello stesso Odasso nella seconda parte riguarda prevalentemente il fronte albanese. Paesaggi scarni e di nuovo eloquenti immagini sui mezzi, ma anche scene di vita quotidiana nei villaggi.
Mario Odasso. Ufficiale Alpino in Albania e in Russia
di Giorgio Ferraris
Editrice ArabaFenice
euro 20