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Mercoledì 18 dicembre 2024

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Il grande bluff delle Province: riforma ma intanto 50 milioni in meno

Il Pd sulla riforma delle Province: Servono risorse, non l’ennesima legge elettorale. La Lega continua a promuovere l’elezione diretta per le province, ma Fratelli d’Italia frena"

La Guida - Il grande bluff delle Province: riforma ma intanto 50 milioni in meno
Cuneo – “Il grande bluff”. Così battezza l’ennesima richiesta di legge elettorale sulle Province il Pd di Cuneo, che chieda invece risorse e sottolinea come all’interno della maggioranza di Governo ci sia chi spinge per l’elezione diretta come la Lega del ministro Calderoli e chi invece frena come Fratelli d’Italia della Meloni.
“Se questo Governo e tutte le forze politiche che lo sostengono hanno sottolineato, sin dall’inizio della legislatura, l’urgenza di restituire alle Province funzioni, personale e risorse, come si spiega la scelta di tagliare in manovra finanziaria 50 milioni di euro a Province e Città metropolitane dal 2024 al 2028? Si chide il Pd che continua – Si spiega come al solito: la difesa dei territori è utile alla propaganda, ma vengono regolarmente tosati quando c’è da fare cassa. Vivere nelle aree interne del Paese con questo governo significa essere considerati un fastidio, italiani di serie B. Nuovi tagli che si aggiungono ai 150 milioni già previsti per il triennio 2023–2025, e si tradurranno in minori investimenti, riduzione dei servizi, peggioramento della qualità di vita. Una polpetta avvelenata per le autonomie locali a cui fa da contraltare la retorica della riforma delle Province, il ritorno al voto del popolo”.
Il Pd fa riferimento anche a quanto detto il 2 ottobre a Cuneo dal ministro per gli Affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli: “”C’è tempo fino alle elezioni europee e regionali del 2024!”, sosteneva – continua il Pd -. C’è tempo per ridare centralità ai territori che furono la ragione sociale della prima Lega Nord e che oggi servono a questo partito indebolito per distribuire un po’ di cadreghe. Intanto questi territori li affamano con nuovi tagli. In attesa della riforma che (non) verrà, al presidente Robaldo non resta che richiamare gli amministratori al voto. E lì vedremo chi ha a cuore la Granda, lavorando per una Provincia che funzioni pur tra le difficoltà, e chi sfrutta ogni occasione per un riposizionamento utile solo a se stesso ed alla prossima campagna elettorale”.

 

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