Busca – Martedì 31 ottobre, nella chiesa parrocchiale Maria Vergine Assunta, si svolgono le esequie del cavaliere Giovanni Arnaudo, 99 anni, conosciuto come Nani, uno degli ultimi testimoni rimasti della deportazione nazista del 1944, quando lui stesso all’età di 19 anni venne arrestato e portato in Germania. Dopo la prigionia di 13 mesi a Flossenbürg, ritornò in Italia, dai propri genitori, in condizioni precarie e con un corpo debilitato, portando con sé le testimonianze indelebili, che spesso raccontava alla cittadinanza e agli studenti durante le ricorrenze e anniversari della liberazione. “Si viveva in baracche da sei persone, insieme a me belgi e francesi, più il nostro capo e secondino tedesco – ricordava Giovanni Arnaudo – Facevamo turni di 12 ore, una settimana dalle 6 alle 18 e l’altra dalle 18 alle sei, sei giorni alla settimana. Da mangiare brodaglia di rape e un filone di pane al giorno da dividere fra noi sei: una lotta ad ogni spartizione”. E poi la paura di non ritornare a casa, i bombardamenti e i morti nelle fosse a cielo aperto, questi ed altri i ricordi che Giovanni Arnaudo, ricordava con lucidità e raccontava da cronista di una storia e non da protagonista di una tragedia. Le esequie si sono svolte martedì 31 alle ore 15 nella parrocchia di Busca, dove lunedì sera alle 20 viene recitato il Santo Rosario. Nani lascia i figli Roberto e Mirella con la nuora Anna e il genero Angelo, oltre a nipoti e pronipoti.