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Lunedì 23 dicembre 2024

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Commenti su Facebook a sindaco e giunta, a giudizio per diffamazione

A Venasca, fatti risalenti a marzo 2021, seguiti da scuse in aula, ma una "ricaduta" pochi giorni fa

La Guida - Commenti su Facebook a sindaco e giunta, a giudizio per diffamazione

Venasca – Sulla pagina Facebook “Sei di Venasca se…” aveva insultato i tre membri della giunta comunale e per questo è stato denunciato e rinviato a giudizio con l’accusa di diffamazione. I fatti risalgono a marzo 2021 quando la giunta aveva chiesto alla Pro Loco la restituzione di un magazzino che le era stato concesso temporaneamente per collocare materiale usato per l’organizzazione di eventi. Di questo fatto si scrisse anche sulla pagina Facebook “Sei di Venasca se…” e fra i tanti commenti comparve quello di G. C. F., già titolare di un pub in paese, che nel suo post inserì delle frasi ingiuriose nei confronti del sindaco Silvano Dovetta e degli altri due membri della giunta Francesco Di Manso e Giampiero Gianaria. Quest’ultimo, ascoltato in aula alla scorsa udienza, ha riferito di aver saputo del post offensivo da un ex consigliere comunale, un commento che era ancora presente sulla pagina tre mesi dopo, a giugno 2021. In apertura di udienza l’imputato si è scusato per quel post che “era stato fatto senza voler offendere nessuno. Era sarcastico ma non pensavo che Dovetta che conosco da venti anni si offendesse. Prometto che da oggi non commenterò più quello che accade a Venasca”. Una frase di scuse pronunciata in apertura di udienza che farebbe presumere una sorta di pentimento ma che mal si concilia con il post pubblicato pochissimi giorni fa sempre sulla stessa pagina Facebook riguardo ai lavori di rifacimento della rotonda all’entrata del paese con l’installazione di una scultura. Tra i vari commenti di apprezzamento e di critica c’era anche una frase dell’attuale imputato in cui si parlava di “magna magna e mafia” sempre riferito all’attuale giunta comunale. In vista della prossima udienza fissata per il 6 febbraio, su sollecitazione del giudice, l’imputato è stato invitato a scusarsi pubblicamente sulla stessa pagina social utilizzata per i precedenti commenti.

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