Fossano – La Biblioteca di conservazione di Fossano rappresenta un fondo storico bibliografico di grande pregio, che vanta un patrimonio racchiuso in oltre trentamila volumi. Il suo contenuto è formato dall’aggregazione di biblioteche storiche del passato, un’eredità di testi accumulata sia per attività culturale che per spirito collezionistico.
Nel nutrito elenco figurano: la Colonia arcadica fossanese e la successiva sede distaccata della Reale Accademia delle Scienze, una biblioteca composta dalle opere poetiche degli accademici ma anche volumi legati agli interessi scientifici, letterari, artistici.
Questa rappresenta il fondo più cospicuo, ricco di opere sette-ottocentesche particolarmente interessanti. Per esempio la collezione del conte Emanuele Bava di San Paolo, con testi in lingua latina e in lingua francese, incentrata sulla storia, sull’odeporica (letteratura di natura e di viaggio) e sulla letteratura; quella del canonico Goletti, con un consistente fondo di letteratura devozionale e agiografica. A questa si affianca la biblioteca dei Padri Filippini e di altre congregazioni e ordini soppressi, di natura teologica, dottrinale e di storia della Chiesa.
Altro contributo di opere in sanscrito e di indiologia venne dato dalla biblioteca del professor Mario Vallauri, orientalista, insieme a un cospicuo fondo di testi umanistici e una rara collezione di Bibbie, con numerose “cinquecentine”.
Ad arricchire ulteriormente il patrimonio fu la biblioteca di don Damilano, con testi di liturgia sacra e musicologia.
A questa si aggiungono ancora la biblioteca dell’Accademia Filarmonica fossanese, con una raccolta di operistica e di spartiti musicali, e la biblioteca civica, erede del Gabinetto di letture, con volumi a partire dal Cinquecento, soprattutto con un ricco fondo di natura giuridica; la collezione della produzione editoriale locale, tra cui le opere seicentesche del filosofo Emanuele Tesauro, e quelle sette-ottocentesche di storiografia fossanese; i saggi scientifici del geologo Francesco Sacco; il corpus di manoscritti e di volumi ebraici della cessata comunità israelitica locale.
Il patrimonio bibliografico è rintracciabile, per ciò che concerne le “cinquecentine”, nell’Inventario degli esemplari a stampa del XVI secolo, a cura della Provincia di Cuneo, 2001; o sui cataloghi online, completamente schedato per la Biblioteca Vallauri, e in fase di acquisizione per i restanti fondi.
Tra gli esemplari più preziosi vi sono i tre volumi dell’Atlante di Hondius del 1641; quelli seicenteschi del Tesauro, con antiporte impresse a bulino; le Bibbie antiche in latino, in ebraico, in tedesco, cattoliche e protestanti, con ricche incisioni a stampa dello stesso periodo; oltre i volumi provvisti di ex libris o di tavole acquerellate, e quelli impreziositi da legature di pregio dell’epoca barocca.
Tra i manoscritti, un codice medievale redatto in minuscola libraria e la cronaca cinquecentesca di Pietro Barotto.
Inoltre la biblioteca civica annovera, tra le proprie collezioni storiche cartacee, il consistente fondo di cartoline reggimentali, con oltre 82.000 unità: un patrimonio iconografico di assoluta rarità per omogeneità, varietà d’immagini illustrate da disegnatori noti e per testimonianze autografe di personaggi famosi per la storia italiana.