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Martedì 5 novembre 2024

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Nei campi di Cervere alla ricerca del Monastero di San Teofredo

Fino al 1200 punto di riferimento per la vallata, ora le testimonianze sono nascoste sotto terra ed è visibile un rudere con un cumulo di pietre e mattoni

La Guida - Nei campi di Cervere alla ricerca del Monastero di San Teofredo

Cervere – Una produzione d’eccellenza quella del Porro Cervere, una notorietà che ha permesso al Comune di crescere dedicando all’ortaggio una grande Fiera. Il prezioso ingrediente che, oltre ad essere perfetto per la realizzazione di tantissime ricette, si differenzia dalle altre tipologie di porro per essere particolarmente dolce, tenero, dal sapore gradevole al palato e soprattutto più digeribile. Tutto questo è possibile grazie al clima favorevole della vallata di Cervere, dove il fiume Stura di Demonte ha tracciato i “Girun”. 

Molti però non sanno che in un piccolo campo che costeggia il canale “Pertusata” è possibile notare un rudere aggredito dalle erbe infestanti e percosso dagli agenti atmosferici. 

All’apparenza potrebbe sembrare una costruzione campestre come tante, ma proprio qui affonderebbero radici storiche ben più profonde. Nell’area giacciono un cumulo ordinato di pietre e mattoni la cui funzione emerge dai racconti e dai documenti e al suo interno sono sepolti i resti di un antico monastero, risalente al basso Medioevo, snodo cruciale dei pellegrini e ombelico della storia di questo territorio. Attraverso recenti rilievi con GeoRadar, è stato possibile certificare come, nascosto dalla polvere del tempo, coperto da una profonda coltre di terra, giaccia il Monastero di San Teofredo. L’antichissima costruzione sacra rappresentò un antico punto di riferimento per tutta la vallata fino al XIII secolo ed oggi si è riusciti a certificare l’esistenza di mura sotterranee, di una triplice abside, di un chiostro e di altre rovine non ancora precisate. 

L’obiettivo dell’Amministrazione cerverese è quello di riuscire a procedere negli approfondimenti per portare alla luce le testimonianze di una storia risalente a 800 anni fa insieme ai segreti che quel terreno custodisce. 

La storia del monastero di Cervere riporta ad un documento datato 1273 nel contesto di una consegna di terreni, dipendenza del monastero di San Teofredo di Velay, in Aquitania, divenuto uno snodo fondamentale per le comunicazioni tra la Francia centrale e il nord Italia. Nei decenni successivi perse l’iniziale importanza fino al declino e alla sua scomparsa. 

Sono ancora molte le risposte sulla storia della vallate sull’importante centro monastico presenti sotto il terriccio e questa possibilità permetterebbe di aggiungere nuovi tasselli relativi ai secoli di storia cerverese. 

I resti del Monastero già emersi possono essere visitati da tutti i turisti che partecipano all’annuale Fiera del Porro Cervere ed i cicloturisti che attraversano la Valle Stura immersi nella pace di questi luoghi. 

Le informazioni che stanno emergendo consentono di stimolare l’immaginazione e la curiosità per quel che il terreno potrà restituire. La storia, la religione, l’arte e la cultura trovano in quel manufatto un simbolo capace di unire passato e futuro. All’interno del sito, appena al di sotto di 50 centimetri di superficie sono presenti mattoni arrotondati, tracce di marmo bianco, cocci di tegole, che indicano, muri, pavimenti locali e altri segni che il terreno ha nascosto alla luce del sole cristallizzando la storia nei secoli.

Quel semplice muro di mattoni, oggi ancora visibile, nasconde un grande significato rappresentando guerre di culture e radici identitarie. Un’attenzione meritata da parte di tutti per quel luogo oggetto di ricerche future alla scoperta di verità nascoste.

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