Tra le Alpi cuneesi e i Pirenei corre un invisibile filo di cultura che offre la possibilità di rileggere il paesaggio montano in una luce più ampia in vista anche di una rinnovata coscienza civile e umana. Il convegno internazionale del gennaio 2022, organizzato dall’Università di Torino di cui nel volume vengono pubblicati gli atti, ha esattamente lo scopo di offrire alcune nuove prospettive di lettura oltre ad approfondire tematiche di attualità.
Sottesa a tutti gli interventi si può ravvisare una nuova “coscienza territoriale” che non è più circoscritta all’area geografica di appartenenza, ma si concretizza in una dimensione transfrontaliera che dal passato torna a farsi cardine per una corretta esperienza del paesaggio montano non soltanto dal punto di vista naturale, ma considerato nella sua globalità antropica e culturale.
Riconoscersi nell’ambiente significa saper coglierne le caratteristiche, le dinamiche naturali, ma anche sociali, apprezzarne le manifestazioni che nel tempo ha assunto riflettendo anzitutto sulle ricadute sulla situazione attuale senza peraltro sfuggire alle necessarie e urgenti domande poste sul futuro.
Nella prospettiva di considerare il paesaggio non solo come ambiente o nella sua semplice definizione geografica, ma anche come “palcoscenico” dove gli umani si rispecchiano, si giustifica l’impostazione del convegno che studi agli studi naturalistici privilegia quelli di carattere artistico, letterario e storico. Si vanno cioè a evidenziare le letture che pittori, scrittori finanche le espressioni di cultura materiale hanno dato dell’ambiente delle Alpi cuneesi e dei Pirenei.
La scelta di due aree geografiche così lontane non è fuori luogo laddove si guardi alla loro collocazione come fascia meridionale dell’Europa storicamente teatro di dinamiche culturali e politiche affini. I saggi parlano della pittura paesaggistica dell’Ottocento, delle sue espressioni in Spagna come nelle nostre terre, in particolare con la figura di Matteo Olivero, pittore di Acceglio, della rinnovata consapevolezza per l’ambiente scoperto attraverso “l’arte del camminare” entrando in relazione quindi con il contesto umano naturale superando “la concezione antropocentrica nel segno di una sua ritrovata comunione con la natura”.
Se i riferimenti culturali rimandano sempre al XIX e XX secolo, se non a un passato ancora più lontano, uno sguardo sintetico, nel tornare a sottolineare la comune e storicamente consolidata concezione delle Alpi come limite territoriale tra l’area mediterranea e quella continentale dell’Europa, rilancia l’idea di una funzione di cardine più che di sbarramento, di dialogo prima che di scontro. Commerci, spostamenti di artisti, flussi migratori costituiscono le dinamiche per cui l’idea di confine come separazione va superata a favore di un’immagine di territorio con una funzione di interscambio culturale che è, si legge nell’introduzione, “la sfida del terzo millennio”.
Il paesaggio montano dalle Alpi Cuneesi ai Pirenei
A cura di Anna Ciotta
Franco Angeli
44 euro