Centallo – L’anno era il 1706: in Europa divampava la guerra di successione spagnola e la Francia invadeva il Piemonte, preparandosi ad assediare Torino. La storia è ben nota: durante l’assedio perderà eroicamente la vita Pietro Micca nei cunicoli sotterranei della città, e dopo la vittoria contro gli invasori il duca Vittorio Amedeo farà costruire come ex voto la basilica di Superga. Quel che in pochi sanno è che i Savoia, preoccupati per la guerra contro un avversario davvero temibile, scelsero di allontanare precauzionalmente la Sindone da Torino, e durante il suo transito nel cuneese avrebbe fatto tappa anche a Centallo.
Sembra confermarlo una piccola cappella sconsacrata di via Crosia, un tempo dedicata al culto di San Carlo Borromeo, che reca sulla facciata un dipinto dell’ostensione della Sindone. Curiosamente, il Santo Lenzuolo compare anche nelle chiese coeve di Santa Maria Maddalena in frazione Maddalene e di San Giovanni Decollato a Villafalletto: sono in molti a ritenere che questo ciclo di affreschi sia stato realizzato per testimoniare il passaggio della reliquia nell’attuale zona sud ovest della Diocesi di Fossano in quell’occasione.
La cappella viene citata in varie testimonianze dell’epoca: nel 1642 Franco Bracco aveva lasciato in eredità 21 giornate di terreno per sostenere questo piccolo luogo di culto, che sarebbe poi stato visitato nel 1664 da Monsignor Beggiamo e benedetto nel 1678 da Don Carlo Lovera, figlio di Benedetta Bracco.
A inizio Settecento vennero effettuati molti restauri e venne dipinta la Sindone: le date coincidono, sembra molto probabile che l’occasione sia stata proprio quella del suo passaggio in questa zona.
Purtroppo quest’importante testimonianza artistica locale versa in pessime condizioni di conservazione e necessiterebbe di un urgente intervento di restauro: al suo interno, un affresco del Seicento raffigura San Carlo, San Francesco, San Maurizio, Sant’Antonio Abate, la Vergine e il Bambino.