Cuneo – Il Comune rilancia l’intenzione di recuperare il “ridotto” del cinema Monviso, con l’obiettivo di realizzare una seconda sala da circa 150 posti dedicata a spettacoli (musica, ma anche il cosidetto “teatro povero”), con la possibilità anche di un intervento di adeguamento per poter realizzare spettacoli anche nella sala principale.
Il recupero dello spazio al piano seminterrato del cinema comunale è stato proposto e richiesto in più occasioni nel corso degli anni, in particolare da parte di Nello Streri, e una sala cinematografica da circa 90 posti era stata prevista come secondo lotto dell’intervento di ristrutturazione del cinema avvenuto nel 2006 e 2007 con il recupero della sala principale e dell’atrio, ma poi era stata accantonata per mancanza di risorse.
Nelle scorse settimane il Comune ha affidato allo studio As Architetti associati di Torino (che aveva già progettato con altri professionisti la rifunzionalizzazione dell’intero edificio), l’incarico per la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica del recupero funzionale del “ridotto” con un costo di 17.000 euro.
L’obiettivo, spiega l’assessora alla Cultura, Cristina Clerico, “è quello di valutare l’ipotesi di utilizzare lo spazio del ridotto come sala polifunzionale dedicata a spettacoli, in particolare per eventi musicali, il cosidetto teatro povero e altre manifestazioni”.
La progettazione consentirà al Comune di valutare le possibilità architettoniche e di utilizzo e i relativi costi da finanziare con risorse che al momento non ci sono nel bilancio comunale e sono ancora tutte da definire e reperire.
Nel secondo lotto del progetto di restauro del cinema del 2006, poi approvato in via definitiva nel 2010, il Comune aveva previsto di completare la struttura cinematografica con una seconda sala di proiezione nel volume del “ridotto” e con il completamento delle facciate e della torre littoria. Il progetto, da circa 1 milione di euro, fu candidato senza fortuna al finanziamento regionale, e ottenne 90.000 euro dalla Fondazione Crc che poi, vista l’impossibilità di realizzare l’intervento, vennero destinati ai lavori nel complesso di San Francesco.