Parlare di cibo oggi comporta necessariamente guardare al futuro. È un orizzonte che si impone perché appare sempre più fragile il rapporto che l’umanità ha stretto con l’alimentazione, perciò lo sguardo si orienta con una certa inquietudine agli scenari dei prossimi decenni.
Quello proposto nel libro è un dialogo a tre fra un giornalista, un gesuita economista e il fondatore di Slow Food intorno al tema del cibo. Spesso gli interventi assumono questa modalità temporale come riferimento per ogni considerazione sull’oggi. Attraverso le domande e gli interventi conseguenti si offre una fotografia realistica dell’attuale situazione agroalimentare e le strade imboccabili per un futuro che sia percorribile, cioè lasci il margine per guardare alle sfide che si fanno impellenti.
Non si parla, per le verità, di generazioni a venire. Quelle sono, semmai, coloro che raccoglieranno i frutti dei nostri errori.
Si parla invece di un qui che fin da subito frantuma il mito fondante della contemporaneità: l’infinitezza delle risorse e un progresso necessario e costante. In questo contesto il mercato detta le leggi e si appropria degli stessi attributi di Dio: onnipotente, onnisciente e “talvolta benevolo”.
Intanto il neoliberismo crea disuguaglianze tra individui e tra popoli. L’economista ha dunque facile gioco nel notare come tra i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibili dettati dalle Nazioni Unite non figuri alcun riferimento a democrazia e diritti, che invece sono garanti di una convivenza pacifica e costruttiva per tutti.
Così l’idea di sostenibilità, che intesse da tempo ormai ogni discorso sul futuro del nostro pianeta, rimanda alla giustizia che si declina a sua volta in termini economici. Su questo terreno Carlo Petrini incrocia da laico le parole di papa Francesco.
E se l’economista svela meccanismi ed errori, il fondatore di Slow Food rilancia la riflessione sempre in profondità superando i dati statistici e arricchendo di senso lo sguardo. Così ci si scopre alla fine di doversi confrontare sul prendersi cura dell’ambiente e delle persone, su un atteggiamento di fondo prima ancora che sul comportamento. Si parla di felicità e di pace con se stessi, obiettivi che non sono disgiunti dall’equilibrio con il mondo naturale e sociale.
Il gusto di cambiare
Gael Giraud, Carlo Petrini
Slow Food
18 euro