La Guida - L'informazione quotidiana in Cuneo e provincia

Venerdì 22 novembre 2024

Accedi a LaGuida.it per leggere il giornale completo.

Non hai un accesso? Abbonati facilmente qui.

Una tenda per l’ospedale di Cuneo e per chiedere la mobilitazione di tutti (video)

Cuneo per i Beni Comuni, Indipendenti e Cuneo Mia per salvare Per quattro giorni e quattro notti in tenda in via Bassignano

La Guida - Una tenda per l’ospedale di Cuneo e per chiedere la mobilitazione di tutti (video)

Cuneo – Per quattro giorni e quattro notti fino a venerdì sera il presidio per l’Ospedale Santa Croce e per la sanità pubblica è in via Bassignano con una tenda da dove giorno e notte i consiglieri dei tre gruppi consiliari di opposizione di Cuneo, chiamano a raccolta una mobilitazione generale di tutti i cittadini. Sono gli Indipendenti di Boselli e Armellino, Cuneo per i Beni Comuni di Sturlese e Toselli e Cuneo Mia di Bongiovanni incontreranno chiunque voglia impegnarsi per salvare l’ospedale di Cuneo. “Al Santa Croce si può al Santa Croce si deve” è lo slogan scelto per portare all’attenzione di tutti l’importanza di salvare l’eccellenza del Santa Croce, proprio nella sede storica sull’altipiano ma anche la sanità pubblica. La prima notte sarà del capogruppo degli Indipendenti Giancarlo Boselli.

È toccato a Ugo Sturlese, medico per 40 anni al Santa Croce, e ora consigliere comunale di Cuneo per i Beni Comuni aprire la conferenza stampa organizzata davanti alla tenda questa sera alle 18 alla presenza anche del consigliere Giuseppe Lauria, del consigliere regionale dei 5 stelle Martinetti e dell’assessore comunale Gianfranco Demichelis, unico della maggioranza, lui che è assessore ma anche infermiere del Santa Croce.

“Siamo in una situazione di stallo da sei anni – ha detto Ugo Sturlese – di discussione sul nuovo ospedale in un’unica sede, una discussione che a gennaio del 2021 la maggioranza ha cercato di chiudere votando la scelta di Confreria. Ma noi non siamo d’accordo e con noi gli Indipendenti e Lauria che vogliamo la collocazione attuale. I problemi sono tanti la carenza di personale, le lunghe liste attesa, l’abbandono delle cure del 6 per cento della popolazione. È una vergogna che non si può tollerare e la gente deve ribellarsi…. Il sistema sanitario cuneese regge a stento grazie agli operatori, alla loto abnegazione. E Cuneo è tra i primi 10 ospedali di Italia. Si rischia l’implosione in Italia, servirebbero 4 milioni in più come aveva chiesto lo stesso ministro, ma questo governo ne prevede neanche uno, siamo al più basso livello europeo di finanziamenti pubblico solo per favorire la sanità privata. A Cuneo i ritardi per il nuovo ospedale arrestano la programmazione anche della casa comunità. Chi ha la responsabilità di tutto questo scempio? La Regione ha la responsabilità maggiore, una Regione che  ha previsto 7 ospedali nuovi più due universitari non realizzabili. E per Cuneo con il Pop, partenariato pubblico privato ha previsto una spesa di oltre un miliardo di euro, spesa che rischia di condizionare il servizio sanitario. Poi c’è la responsabilità del Comune di Cuneo che deve uscire dall’ambiguità e ripensare la decisione della realizzazione del Carle. L’unica scelta ragionevole è lasciarlo qui, ampliarlo di 20.000 metri quadrati ai 75.000 che ha già ed è possibile con due nuove ali. Lo sanno tutti anche la nuova triade che amministra l’ospedale che sa che la Corte dei Conti lì che aspetta. E nella triade anche Giorgio Rinaldi nominato senza averne titolo. Usiamo i 141 milioni che la Regione ha garantito al privato più i 32 milioni per l’antisismica e siamo già a un bel punto. Se saremo uniti e numerosi riusciremo a far cambiare idea”.
Concetti che ribadisce Claudio Bongiovanni di Cuneo Mia: “Rinunciare ai fondi pubblici per il privato è grave. La scelta del privato vuol dire una spesa di un miliardo e 260000 milioni per 20 anni, una follia: La Regione ha scelto tre ospedali con il partenariato pubblico privato: Cuneo, Alessandria e il Verbano creando un danno importante al bilancio regionale da subito e capiamo quali saranno le conseguenze, un esborso di un miliardo e 600 milioni sui conti regionali che taglieranno i servizi. Ne abbiamo avuto un assaggio: le dimissione di Azzan e Rebora, i due direttori del Santa Croce e ora del revisore dei conti nominato dallo Stato. Il cronoprogramma annunciato in pompa magna da Alberto Cirio è già saltato. Faccio un appello alla sindaca di mettersi di traverso… A Cuneo il nuovo ppp costerà 55 milioni all’anno e dove li prenderanno?  tagliando servizi, qualità e abbassando il salario accessorio dei dipendenti che già non ne possono più”.
Giancarlo Boselli, capogruppo degli Indipendenti rincara la dose: “Siamo qui per quattro giorni e quattro notti per confrontarsi con tutti ma vorremmo soprattutto con quelli che abbiamo invitato perché protagonisti di questa vicenda eterna: parlamentari, consiglieri regionali, e la sindaca, ma anche il commissario Tranchida e la presidente della Fondazione Ospedale di Cuneo (Silvia Merlo, ndr). La situazione è grave con il Comune che dice che da cinque anni sta lavorando per nuovo ospedale e ora non c’è nulla, nessun atto giuridico… La responsabilità è per prima della Regione con l’assessore Icardi che è in Cina a parlare di agricoltura e Cirio che è molto impegnato a lavorare per farsi rieleggere. Ma i problemi sono antichi: Amos l’ha inventata il centrosinistra ben prima degli ultimi cinque anni. C’è la responsabilità del Comune e della sindaca Manassero ferma da un anno, sottomessa totalmente alla Regione, che chiede permesso anziché esigere spiegazioni per la sua città e si suoi cittadini. L’ospedale deve stare in città lo dicono tutti i grandi urbanisti qui ci sono spazi per ingrandirsi, c’è l’ines, il piazzale, i terreni dismessi dalla ferrovia ma la nostra sindaca non capisce che la presenza dei dipendenti regge l’economia e vita di questi quartieri. Togliere l’ospedale da qui è dare un colpo mortale ai quartieri (un lungo applauso accompagna le parole di Boselli, ndr) Qui si inizia la battaglia che continuerà perché queste tre liste insieme sono la maggioranza della città, una città che vogliamo governare presto”.
Luciana Toselli, ex medico del Santa Croce torna sulla questione sanitaria e sulla scelta del Carle: “A Savigliano era previsto il ppp privato ma la giunta si è opposta e ora il nuovo ospedale si finanzia con i doni Inail; a Novara ci sonogrossi problemi con il Ppp. Possiamo farlo anche a Cuneo, cambiare rotta perché siamo contro le spese inutili e qui sono stati fatti nuove reparti, usati fondi importanti e in quattro anni si può fare ospedale nuovo qui. La sindaca aveva promesso lavoro sulla medicina del territorio e ora ci dice che si farà fra dieci anni quando avremo nuovo ospedale, ma non è possibile: ne abbiamo bisogno ora. Dobbiamo lottare tutti e non stare zitti su sanità territoriale e assistenza domiciliare e di conseguenza sui problemi delle case di riposo. Facciamoci sentire”.
Invitato a parlare chiude il consigliere regionale dei 5 Stelle Ivano Martinetti: “Questo ospedale è fondamentale non solo per Cuneo ma per tutta la provincia e l’eccellenza deve essere per tutto il territorio. Siamo alla dimostrazione del fallimento regionale e della programmazione sanitaria: la Regione aspettava le firme su documenti e hanno avuto firme solo su dimissioni. Il partenariato pubblico privato è antieconomico”.

La protesta è appena iniziata…

  

La Guida - testata d’informazione in Cuneo e provincia

Direttore responsabile Ezio Bernardi / Editrice LGEditoriale s.r.l. / Concessionaria per la pubblicità Media L.G. s.r.l.

Sede legale: via Antonio Bono, 5 - 12100 Cuneo / 0171 447111 / info@laguida.it / C.F. e P.IVA: 03505070049
Aut. Tribunale di Cuneo del 31-05-1948 n.12. Iscrizione ROC n. 23765 del 26-08-2013

La Guida percepisce i contributi pubblici all’editoria previsti dalle leggi nazionali e regionali.
La Guida, tramite la Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Privacy Policy Amministrazione trasparente