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Sabato 2 novembre 2024

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Caldo e siccità impongono scelte forti e nuove, anche in vigna

Ancora una volta la vite si conferma sorprendente, regalando uve che diventeranno eccellenze, ma è il momento di pensare anche a forme di irrigazione per i vigneti

La Guida - Caldo e siccità impongono scelte forti e nuove, anche in vigna

Cuneo – Dal punto di vista complessivo, l’annata agraria 2022 è stata caratterizzata da una prolungata siccità che ha pesantemente colpito l’intero territorio piemontese, per il quale a luglio è stato dichiarato lo stato di emergenza. Accanto a questo problema, il folle e vertiginoso aumento dei costi di produzione, dalle materie prime all’energia. Il trend negativo era stato avviato dal 2021 e si è drasticamente aggravato con lo scoppio del conflitto russo-ucraino.

La crisi attraversata dall’intero tessuto produttivo nazionale, agroalimentare e non, ha portato al varo di misure eccezionali; nel settore agricolo, in particolare, sono stati presi provvedimenti straordinari per la zootecnia.

Uva e vino in Granda

Per quanto riguarda le produzioni vitivinicole, il 2022 ha messo a dura prova la capacità della vite nel resistere a una siccità mai vista in tempi moderni. Si è arrivati alla vendemmia con assenza di piogge in estate, in più dopo un inverno asciutto e senza neve. La vite è riuscita tuttavia a sorprendere, mostrando una resilienza straordinaria e la capacità di portare a frutto una qualità inaspettata.

Le esposizioni meno solatie hanno patito di meno così come i vigneti su terreni più strutturati e profondi e più ricchi di sostanza organica.

L’equilibrata fertilizzazione e l’inerbimento hanno infine giocato un ruolo determinante sulla rigogliosità della vegetazione e di conseguenza sul superamento delle condizioni critiche legate al meteo.

Con le temperature più elevate della media, poi, la ripresa vegetativa è avvenuta con oltre una settimana di anticipo. Si è invece dovuto accorciare talvolta in base a esposizioni o anticipare ulteriormente la raccolta per evitare danni da appassimento e crollo di acidità. La fioritura, avvenuta in assenza di piogge, è stata regolare. La carenza di acqua in condizioni più estreme ha causato formazione di grappoli spargoli e, in casi più gravi, inizi di avvizzimento. 

Le malattie tipiche come la peronospora e l’oidio grazie al clima secco sono state controllate meglio e con meno trattamenti rispetto ad altre campagne. Poca è stata la presenza anche di tignola e tignoletta. La flavescenza dorata, invece, ha avuto una marcata recrudescenza sintomatica, amplificata e resa più evidente dalla siccità. 

La vendemmia è iniziata (cosa mai successa) ancora prima della metà di agosto per le uve da spumante, che si sono presentate ottime. Senza soluzione di continuità la raccolta ha proseguito con Moscato, Chardonnay e Arneis. Per il Dolcetto si è atteso settembre, mentre per i primi Barbera e Nebbiolo si è andati a dopo metà-fine settembre. 

La scarsità di piogge ha determinato un calo produttivo stimato fino al 15-20%, anche se variabile da zona a zona, ma il decorso stagionale asciutto ha favorito la maturazione di grappoli sani, con una bassa carica di patogeni, offrendo nel complesso una vendemmia di qualità, che sarà capace di regalare prodotti in cantina eccellenti.

Sul versante mercato emerge la consolidata reputazione del vino italiano nel mondo: nonostante pandemia, guerra, stagflazione e ombre di recessione generale, le vendite interne stanno sostanzialmente tenendo le posizioni storiche pur con qualche flessione rispetto all’ultimo anno, specialmente nella grande distribuzione (che invece era balzata, in piena pandemia).

L’export, a esclusione di certi periodi, ha fatto segnare un forte incremento. Fa però da contraltare l’aumento dei prezzi dei fattori produttivi, stimato oltre la doppia cifra, sia in vigneto sia in cantina (concimi, gas e gasolio, energia elettrica, bottiglie e tappi). L’aumento medio dei listini delle bottiglie è stato però tenuto a freno: le aziende tentano di assorbire internamente i costi per limitare l’impatto negativo sulle vendite. 

Irrigazione dei vigneti

Già a inizio 2022 Coldiretti aveva inviato alla Regione un documento di proposta per aggiornare le linee di gestione della viticoltura piemontese alle nuove esigenze, con indicazioni sulle pratiche capaci di mitigare gli effetti del cambiamento climatico, compresa l’irrigazione dei vigneti.

Nel mese di agosto una nota dell’assessorato all’agricoltura ha rivisto gli storici vincoli per quanto riguarda la possibilità di effettuare l’irrigazione di soccorso anche tramite sistemi fissi, fino a oggi non ammessi. Coldiretti collabora col Politecnico di Torino per studiare sistemi adatti all’irrigazione del vigneto collinare e consiglia di effettuare la raccolta delle acque piovane e il reimpiego dei reflui di cantina, in progetti attenti alla sostenibilità.

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