Cuneo – Province verso la riforma e il voto popolare già nel 2024, non si sa se a giugno o a novembre.
Procede il lavoro nella prima Commissione Senato che ha concluso mercoledì 26 luglio la discussione generale sulla riforma delle Province per il ritorno al voto con collegi uninominali per l’elezione diretta di presidente e consiglieri. Ora si procede all’esame dei 150 emendamenti sul testo base della relatrice Daisy Pirovano della Lega, su cui però sembra sia stato trovato l’accordo anche con il Pd in particolare, perché i 5Stelle sono contrari. La riforma poi sarà trasmessa all’aula per approvazione finale a settembre ed entro novembre dovrebbe diventare legge e mandare a riposo la riforma Delrio.
Ma non è detto che il prossimo 9 giugno 2024 potrà esserci election day con Provincia, Regione, Europa e ben 179 Comuni della Granda. Perché è ancora braccio di ferro tra Lega e Fratelli d’Italia su quale sarà il mese delle elezioni provinciali: la Lega del ministro Calderoli spinge per giugno, la Meloni per il dopo approvazione bilancio 2023 e dunque per novembre 2024, visto che la riforma costerebbe 300 milioni.
Restano comunque ancora tanti se nel percorso, perché da risolvere ci sono ancora questioni che riguardano il passaggio di competenze, più riattribuzioni che altro, e soprattutto l’assegnazione di risorse adeguate per rispondere alla domanda di servizi dei cittadini e al territorio, specie nelle aree vaste come quella della Granda con tante amministrazioni locali piccole. L’altra questione riguarda il sistema elettorale cioè il disegnamento dei collegi elettorali che non può qui coincidere con il territorio provinciale perché perderebbe il senso della rappresentanza e riequilibrio dei capoluoghi, delle grandi città con le aree interne.
C’è poi una terza ipotesi che prevede la possibilità di rimandare le elezioni al 2025 con proroga di un anno agli attuali presidenti, e dei consiglieri provinciali che sono in scadenza già a fine 2023. Proroga che avverrà anche nel caso di elezioni a novembre 2024. Nel caso cuneese risguarda i consiglieri provinciali perché il presidente Luca Robaldo con l’attuale sistema rimane in carica fino al 2026 e nel caso di votazione si vedrà il mandato “tagliato”.