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Lunedì 23 dicembre 2024

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Un pugno in faccia dopo un tamponamento

Padre e figlio condannati a 6 e 4 mesi di carcere e al pagamento di un risarcimento dopo una discussione degenerata in un parcheggio a Savigliano

La Guida - Un pugno in faccia dopo un tamponamento

Savigliano – Tra le diverse versioni fornite in aula al giudice, l’unica cosa certa è che il 18 febbraio del 2021, all’uscita di un parcheggio vicino ad un bar, il signor P. si prese un pugno in faccia da F.C. che insieme al padre D.C. lo minacciò e insultò. La vittima dell’aggressione si era trovato sulla scena di un piccolo tamponamento fra l’auto di padre e figlio, imputati il primo per minacce e violenza privata e il secondo anche per le lesioni procurate col pugno in faccia, e una terza persona. Alla richiesta di spostare le auto per poter entrare nel parcheggio, D.C. lo avrebbe aggredito verbalmente insultandolo e minacciandolo di ammazzarlo e spaccargli al faccia; alle parole si sarebbero, in effetti, aggiunti i fatti con il pugno sferrato dal figlio. Sulla violenza privata riferita dalla vittima dell’aggressione però non sono stati trovati riscontri. In aula D.C. ha rigettato le accuse sostenendo di non aver pronunciato alcuna minaccia, “suonava il clacson perché voleva entrare nel parcheggio e andare al bar e lo ha fatto, io gli ho solo detto di non gridare”. Per quanto riguarda l’accusa di lesioni, F.C. ha affermato di avergli dato solo una spinta mentre quello continuava ad urlare entrando e uscendo dal bar. “Una lite che è subito trascesa a causa dell’atteggiamento di D.C. che passava subito a vere e proprie minacce”, ha detto a conclusione dell’istruttoria il pubblico ministero Alessandro Borgotallo che, in considerazione dei due fatti più gravi, le minacce e la violenza privata, ha chiesto la condanna di D.C. ad 1 anno di reclusione e di F.C. a 20 mesi per l’accusa di lesioni. L’accusa di violenza privata e minacce invece è stata rigettata dalla difesa che ha sottolineato come l’unico elemento certo della vicenda era il pugno inferto al signor P., al quale non furono rivolte minacce e al quale non fu impedito di entrare e uscire liberamente dal bar. La giudice ha accolto la richiesta di assoluzione per quanto riguarda la violenza privata, ma ha condannato il padre a 6 mesi per le minacce e il figlio a 4 mesi per le minacce e il pugno, condannandoli anche al pagamento di 1500 euro di risarcimento.

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