L’autore del sorprendente “La solitudine dei numeri primi” ritorna con un altro libro altrettanto sorprendente. Il protagonista di Tasmania è un giovane uomo, P.G: editorialista di un grande quotidiano, ama la fisica, è molto attento ai cambiamenti climatici, ed è nato a Torino. Vorrebbe scrivere un libro sulla bomba lanciata nei cieli di Hiroshima e Nagasaki. Non fatevi ingannare dalla Tasmania del titolo: l’isola australiana viene citata solo una volta, come luogo ideale per rifugiarsi e difendersi in caso di catastrofe. La Tasmania diventa piuttosto una chiave di lettura del libro e della ricerca di salvezza, comune e personale. E così l’indagine sulla crisi climatica, la disparità di genere, il terrorismo in Occidente e il precariato si intrecciano con il racconto della crisi del protagonista che, sulla soglia dei quarant’anni, arriva a mettere in dubbio tutto: dal suo matrimonio, alla paternità, dal lavoro alla propria vocazione di scrittore.
I riferimenti autobiografici sono evidenti e il ritratto privato diventa generazionale dove passato e futuro si intersecano e le radiazioni di quelle bombe dell’agosto del 1945 continuano a generare reazioni a catena in cui l’ambiente è la prima vittima. Le reazioni sono reali perché man mano che il racconto di Paolo Giordano scorre si disintegrano coppie, amori, amicizie, relazioni sociali, senso del sé con tanti personaggi. Quello che era prima non è più, mai più, esattamente come l’ambiente che ci circonda, e bisogna rimettere insieme le tessere del puzzle. C’è sofferenza, a volte disperazione, la vulnerabilità umana messa a nudo ma c’è tanta compassione e commozione e dunque c’è speranza. Un libro da non perdere.
Tasmania
Paolo Giordano
Einaudi
19,50 euro