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Venerdì 19 aprile 2024

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La sindaca: “Piazza Europa, prima confronto poi decisione collegiale”

I dubbi dopo l'asta: per la minoranza è il fallimento della giunta, e la maggioranza non è compatta nella scelta

La Guida - La sindaca: “Piazza Europa, prima confronto poi decisione collegiale”

Cuneo – Non si chiude la discussione intorno al progetto di Piazza Europa. Dopo l’apertura delle buste dell’asta https://laguida.it/2023/05/24/per-piazza-europa-2-053-04584-per-46-box-auto-dai-privati/ che ha portato a incassare un totale di 2.053.045,84 di euro per le 46 offerte box e posti auto, subito l’attacco nei confronti del progetto è proseguito dalle minoranze che hanno dichiarato il progetto un fallimento  https://laguida.it/2023/05/24/piazza-europa-un-fallimento-adesso-la-sindaca-manassero-ritiri-il-progetto/ e chiesto alla sindaca Manassero di chiudere subito la pratica. Ma la discussione si è spostata anche tra i gruppi della maggioranza, che non appare così compatta nell’accettare l’esito dell’asta. Ci sono posizioni differenti nei vari gruppi consiliari, e a cercare di difendere il progetto iniziale dell’ex assessore Davide Dalmasso, è soprattuto il suo gruppo, Centro per Cuneo, anche se i dubbi, le domande e gli interrogativo sul come proseguire sono di tanti. Tanto diverse le posizione che è intervenuta con una comunicazione ufficiale questa mattina la sindaca Patrizia Manassero che annuncia un confronto necessario nei prossimi giorni (pare mercoledì 31 maggio) e una decisione collegiale.

La dichiarazione della sindaca Manassero

Ringrazio tutti i Partiti e i Gruppi politici per le posizioni che hanno espresso in maniera pubblica e per quelle condivise nei confronti intercorsi in questi giorni. È evidente che il risultato dell’asta fa venire meno la copertura finanziaria della riqualificazione di Piazza Europa. Come Giunta e Gruppi consiliari della maggioranza abbiamo tuttavia convenuto che il risultato del bando meriti una riflessione pacata, una valutazione approfondita e un confronto sereno che faremo insieme nei prossimi giorni. Vi sono infatti scelte da affrontare che vanno oltre la mera decisione sulla riqualificazione della piazza.
Sappiamo infatti che l’intervento era parte della candidatura del Piano periferie presentato nel 2016, ereditato e sostenuto dall’attuale Amministrazione, perché valutato iniziativa efficace. L’esito di tutto il percorso dovrà ora essere puntualmente e dettagliatamente comunicato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, titolare del finanziamento di 3,3 milioni di euro.
I passi che si renderanno necessari saranno oggetto di decisione collegiale, come abbiamo sempre fatto quando abbiamo dovuto affrontare scelte da sostenere insieme come Partiti e Gruppi di maggioranza, tenendo sempre bene a mente il fine ultimo che è il bene della Città. È per quello che lavoriamo, incessantemente ogni giorno.

I dubbi anche dopo l’asta

A creare dubbi e domande anche dopo l’asta è soprattutto la questione economica dei soldi che il Comune di Cuneo perderebbe rinunciando al progetto. Ma ci sono anche questioni di ordine politico e amministrativo. Piazza Europa, e non per la prima volta, è un progetto datato che ha avuto un iter lungo travagliato con una prima ipotesi di appalto al privato andata deserta, e una serie di rimandi e aggiustamenti. Ora il progetto ha 3,3 milioni dal bando periferie del ministero, a cui si aggiungerebbero oltre 2 milioni dalla vendita ai privati: quasi 5 milioni e mezzo a cui il Comune sarebbe costretto a rinunciare. Ma sull’altro piatto della bilancia ci sono i soldi che mancano che sono lievitati a causa dei ritardi e di conseguenza dell’aumento delle materie prime e del costo dei mutui. E sono almeno altrettanti 5,5 milioni e qualcosa in più (il progetto costerebbe 11,8 milioni) che dovrebbe trovare il Comune con mutui o altre risorse.
Una scelta dunque difficile per l’amministrazione Manassero che si trova nell’imbarazzo della scelta di rinuncia a fondi sicuri, così come potrebbe avvenire nell’altra partita del biodgestore con i soldi Pnrr, ma anche di dichiarare una sconfitta di uno dei progetti cardine della campagna elettorale, finora sempre difeso e portato avanti (c’era la possibilità della rinuncia al progetto prima di indire l’asta proprio in virtù dell’aumento dei costi dovuto ai rincari, quasi 3 milioni di euro), e darla vinta alle tesi delle opposizioni. Per questo c’è chi continua a difendere la scelta, facendo leva anche su due aspetti: la brevità dell’asta per l’acquisto dei box, un mese soltanto, e il fatto che i 46 acquisti promessi nella gara di vendita, numero al di sotto di quanto il Comune si aspettava, sia comunque di residenti e di lavoratori del centro città, che hanno manifestato dunque un’esigenza reale di un posto per l’auto che ora non c’è.

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