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Venerdì 19 aprile 2024

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Lesioni, condannato a un anno di reclusione e al risarcimento di 5.000 euro a favore della vittima

All'uomo non è stato contestato il reato di stalking come richiesto dall'accusa

La Guida - Lesioni, condannato a un anno di reclusione e al risarcimento di 5.000 euro a favore della vittima

Racconigi – Aveva perso la testa per quella donna che abitava proprio sullo stesso pianerottolo di sua madre e quelle attenzioni erano diventate ossessive fino al punto di configurarsi come reato di stalking, contestato insieme alle lesioni provocate dal ferimento con un ombrello. Vittima una donna che aveva avuto la sola colpa di abitare proprio davanti all’anziana madre dell’imputato e di averla aiutata in alcune occasione.
D.N., a giudizio per stalking e lesioni, per circa due mesi all’inizio del 2022, l’avrebbe tempestata di telefonate, citofonandole anche in piena notte; la donna se lo ritrovava davanti ovunque e una volta fu anche oggetto di lanci di pietre. L’effetto generato di quelle condotte fu un crescente stato d’ansia fino all’episodio avvenuto sul pianerottolo di casa, che indusse la donna a sporgere denuncia.  Quel giorno D.N. non avrebbe neanche dovuto trovarsi fuori casa perché era stato posto ai domiciliari in attesa di giudizio per il furto di una bicicletta. Tra i due ci fu un’accesa discussione fino a quando l’uomo ferì la donna alla testa con l’ombrello.
Per l’accusa, la gravità dei due reati era tale da chiedere la condanna dell’imputato alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione, conclusione a cui si è associato anche il legale di parte civile che ha chiesto un risarcimento di 5.000 euro, ricordando che lo stesso D.N. avrebbe ammesso la sua colpa nelle tre lettere che spedì dal carcere alla donna: “Non ti darò mai più fastidi – scriveva D.N. -. Farò la mia vita, non volevo farti del male, ma ora mi hai denunciato e rischio quattro anni di galera, ti amo e tu lo sai”. Lettere che secondo la parte civile non facevano altro che dimostrare l’insistenza e l’ossessione dell’imputato verso la vittima. Secondo la difesa invece il reato di stalking non sarebbe minimamente stato provato perché era stata la stessa donna a dichiarare in aula che non si era sentita impaurita da quelle condotte e che non lo aveva preso sul serio. Nessuno aveva assistito ai presunti episodi di pedinamenti e molestie e lei stessa in sede di denuncia aveva dimenticato di riferire delle telefonate moleste.
Accolta la tesi difensiva in merito al reato di stalking, la giudice ha condannato l’uomo per le lesioni ad un anno di reclusione e al risarcimento di 5.000 euro a favore della vittima.

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