Cuneo – Cita Calamandrei all’inizio e alla fine delle otto cartelle due suo intervento, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, arrivato puntuale a mezzogiorno di oggi, martedì 25 Aprile, nel Teatro Toselli per la cerimonia commemorativa del 78° Anniversario della Liberazione.
Un incontro con tutti i sindaci e le autorità, accompagnato da tre ministri, i cuneesi Guido Crosetto e Daniela Santanché e il quasi “cuneese” Roberto Calderoli, e poi con l’europarlamentare cuneese Gianna Gancia, la vice presisente del Senato Anna Rossomando, la vicepresidente della Camera Anna Ascani e i parlamentari cuneesi Giorgio Bergesio, Monica Ciaburro, Chiara Gribaudo, con le alte autorità militari e civili, il presidente della Regione Alberto Cirio, della Provincia Luca Robaldo, la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero accompagnata da giunta e consiglieri e dalla maggior parte dei 247 sindaci della Provincia.
Cita Piero Calamdrei all’inizio e alla fine del suo intervento, https://laguida.it/2023/04/25/sergio-mattarella-cuneo-citta-della-costituzione-video/ il presidente Mattarella, prima con una lezione sulla Costituzione a studenti di Milano e poi in chiusura la celebre frase “Ora e sempre Resistenza”, ultimo verso di un’epigrafe datata 4 dicembre 1952, scritta da Calamandrei per una lapide collocata nell’atrio del palazzo comunale di Cuneo, in protesta per la liberazione di Albert Kesselring, comandante delle forze di occupazione tedesche in Italia, condannato all’ergastolo nel 1947 ma liberato nel 1952.
Puntuale alle 12 entra accolto da uno scrosciante applauso il presidente Mattarella apre l’incontro ascoltando tutti in piedi l’inno di Mameli eseguito da Paolo Fresu (tromba) e Daniele Bonaventura (bandoneon) accompagnati da una Fanfara. A seguire il video di Rai Cultura sull’eccidio di Boves che porta subito nel cuore dell’incontro.
Ad aprire i discorsi ufficiali spetta al presidente della Provincia Luca Robaldo che ringrazia il Presidente ma acneh “a nome di tutti i Cuneesi, i colleghi sindaci Patrizia Manassero, Roberta Robbione e Maurizio Paoletti per aver invitato il Signor Presidente della Repubblica. Essi rappresentano, infatti, tre delle città dove la furia nazista si è abbattuta con maggior veemenza e ferocia e le cui ferite ancora oggi pulsano come un corpo vivo… La Resistenza è faro guida di tutta la vita civile della repubblica”. Robaldo continua poi citando un altro cuneese Alberto Cavaglion su “quale oscurità, quale notte possa inghiottire intere comunità“. E poi chuiude ricordando una figura e una località: “La figura è quella del tenente degli Alpini Enrico Martini (Mauri), originario di Mondovì, organizzatore delle Brigate Autonome nel Cuneese, Langhe e Monferrato e decorato Medaglia d’Oro al Valor Militare per il suo importante contributo alla guerra di Liberazione in Piemonte. La località è Paraloup, frazione del Comune di Rittana, il cui nome in piemontese significa “al riparo dai lupi” e dove salirono le prime formazioni di Giustizia e Libertà”.Qui il discorso completo https://laguida.it/2023/04/25/la-chiamata-a-resistere-ci-trovi-sempre-pronti-con-le-armi-dellintelletto-e-della-cultura/
La sindaca di Cuneo Patrizia Manassero fa gli onori di casa: “Insieme alla sindaca di Borgo e al sindaco di Boves, siamo profondamente onorati di averla ospite nel nostro territorio in una giornata così importante. Nel Cuneese, migliaia di donne e uomini combatterono guidati dalle parole di Duccio Galimberti che il 26 luglio di 80 anni fa tenne il coraggioso discorso… Il 25 aprile per noi non è semplice festività. Noi cuneesi possiamo dire di avere la Resistenza nel sangue. I nostri padri e i nostri nonni sono stati partigiani e staffette. Ai combattenti della libertà è stato intitolato il 10 per cento delle vie e venti lapidi per gli eroi della Resistenza…. La storia ci insegna a mai abbassare la guardia. E oggi i resistenti sono le donne iraniane e afghane che sfidano le autorità dei loro Paesi per poter vivere libere la loro vita; sono bambini, donne e uomini che nel Mediterraneo subiscono soprusi, sono privati di diritti e dignità e molte volte della vita; del “coraggioso popolo ucraino” che sta combattendo una feroce guerra per difendere la propria terra“. E chiude citando Giuseppina Parola, una delle tante donne cuneesi operative durante la Resistenza ne lservizio di spionaggio che disse “Le guerre non devono esistere, siamo tutti uguali in questa terra benedetta. La guerra è unimmenso crimine, dobbiamo smettere di ucciderci”. Qui il discorso completo https://laguida.it/2023/04/25/la-storia-ci-insegna-a-non-abbassare-mai-la-guardia/
Tocca poi al presidente della Regione Alberto Cirio prendere la parola, parlando a braccio. “Presidente Mattarella, bentornato in Piemonte. È stato con noi tante volte.Per noi il 25 aprile è una data che ha valore diverso. C’è un legame indissolubile con questa terra. Non è soltanto guerra di Liberazione, ma sangue dei nostri nonni e delle nostre famiglie. Noi siamo geneticamente antifascisti, il Dna dell’antifascismo ce l’abbiamo nel sangue. E non è solo memoria. Intorno alle lapidi disperse nelle nostre campagne e montagne c’è sempre l’erba tagliata e magari anche un fiore fresco. Oggi prendiamo l’impegno di portare un fiore davanti alla lapide di un partigiano. Finchè ci sarà un fiore fresco davanti alla lapide di un partigiano, ci sarà certezza per la libertà del futuro”. Qui il discorso completo https://laguida.it/2023/04/25/queste-nostre-terre-sono-geneticamente-antifasciste/
La parola lascia spazio alal musica di Paolo Fresu (tromba) e Daniele Bonaventura (bandoneon), prima del discorso del presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Sergio Soave che elenca i primati di Cuneo sulla Resistenza: “Noi fummo i primi a partire. Quando Duccio fece quel discorso non ricevette molti applausi ma ebbe una grande capacità di prevedere quello che sarebbe successo. A Boves Ignazio Vian, comandante di grande carisma diede una prospettiva ai primi di questi sbandati. Poi Boves, prima strage indiscriminata sulla popolazione civile dell’Italia. Ne seguirono altre. Se noi guardiamo l’elenco delle stragi nazifasciste in Italia, qui in Granda sono 165 con 864 vittime civili. Ma questo territorio non si è lasciato fiaccare. I partigiani hanno occupato l’intero territorio trovando un equilibrio di rapporto. Nulla di simile in altre regioni d’Italia. Non è visione educlorata. I meriti della Resistenza furono riconosciuti anche dal nemico…. Per non parlare del primato di Luigi Einaudi, primo presidente della Repubblica cuneese”. E poi Soave ricorda cokme oaggio al presidente che tra i 6 mila giovani provenienti dalle regioni del Sud, ben 2.191 “venivano dalla sua Sicilia e sono tre i siciliani che, restringendo lo spettro della ricerca alla nostra provincia, annoveriamo tra i più prestigiosi capi di brigate o divisioni importanti. Ai tre, molti altri sarebbero da aggiungere, ma proprio in omaggio a lei, signor Presidente, ne voglio ricordare uno in particolare Si tratta di Gaspare Santoro, di Alcamo, allievo, negli anni ’30, di quel liceo privato “Giuseppe Ferro”, già frequentato da suo padre, anni prima. Tra quelle mura, il nome di Bernardo Mattarella, antifascista della prima ora, amico di Sturzo, presidente dell’Aci palermitana e membro, negli anni ’30, del Consiglio superiore di Gioventù cattolica, non poteva essergli sconosciuto, se non altro per quei bisbigli a bassa voce che gli giungevano da alcuni probi professori e maestri… Grazie per questa presenza in querto particolare 25 aprile“. Qui il discorso completo https://laguida.it/2023/04/25/trasmettere-ai-giovani-lepopea-e-il-senso-di-un-tempo-in-cui-donne-e-uomini-si-batterono-per-darci-la-liberta/
Dopo una emozionante esibizione di Fresu e Bonaventura di “Bella Ciao” il Capo dello Stato, Sergio Mattarella è salito sul palco per il suo discorso che è partito da Calamandrei per arrivare e Calamandrei, apssndo per gli anni della Seconda Guerra Mondiale, dal discorso di Duccio Galimberti al ruolo delle prime repubbliche partigiane, passando per la Shoah, ricordando che “Cuneo, dopo Roma e Trieste, è la terza provincia italiana per numero di deportati nella comunità ebraica “alla tragedia della campagna di Russia e alla dedicizioemn e al sacrificio di tanti cunessi e di tanti Comuni della Provincia di Cuneo poi insigniti di medaglie. E ha chiuso: “Il frutto del 25 aprile è la nostra Costituzione. E qui a Cuneo ne sono state poste le basi con Duccio Galimberti e Antonino Rèpaci,visionari che disegnavano la nuova Italia. Cuneo città della Costituzione. Ha ragione il presidente della Regione Cirio. Qui tante contrade antifasciste. Sappiamo quanto dobbiamo al Piemonte alle donne e uomini che hanno lottato qui. Nuto Revelli ha parlato della sua esperienza di comandante partigiano e della lotta in montagna come di un vissuto di libertà. Una terra allora non prospera ma ricca di valori morali. Non c’è famiglia che non abbia legami con nonni, padri, congiunti caduti in Russia, non c’è famiglia che non ricordo il sacrificio della diviosione alpina cuneense. Rendiamo onore alla memoria di quei caduti. Grazie a Cuneo e al Cuneese . Viva la Festa della Liberazione, viva l’Italia!”. Qui il discorso completo: https://laguida.it/2023/04/25/sergio-mattarella-cuneo-citta-della-costituzione-video/
Un lungo applauso ha chiuso l’incontro ufficiale