Borgo San Dalmazzo – Centinaia di persone si sono radunate oggi pomeriggio in via Vittorio Veneto e corso Nizza per accogliere la visita del Presidente della Repubblica.
Sergio Mattarella è arrivato alla stazione ferroviaria alle 15.50, accolto dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, dal presidente della Regione Alberto Cirio, dal presidente della Provincia Luca Robaldo, dalla sindaca Roberta Robbione, dalle autorità militari e civili. Il Capo dello Stato ha salutato i ragazzi delle scuole che sventolavano bandierine tricolori. Dalla folla tanti applausi accompagnati da evviva e anche una signora che gli ha gridato “Resisti!”.
Mattarella ha poi deposto una corona di alloro davanti ai vagoni che ricordano i 357 ebrei deportati ad Auschwitz tra il settembre del 1943 e il febbraio del 1944, mentre nell’aria risuonavano le note del silenzio. A rendere gli onori militari un picchetto della Marina Militare.
Il Presidente si è quindi incamminato verso l’ex chiesa di Sant’Anna dove, accompagnato dalla sindaca Roberta Robbione e dalla curatrice Adriana Muncinelli, ha visitato “Memo 4345”, il museo multimediale dedicato alla Shoah. Prima di entrare ha salutato gli ospiti del Centro diurno “Ou Bourc” e i familiari dei deportati e dei Giusti. Una visita di una ventina di minuti. All’uscita qualche stretta di mano e alle 16.20 il corteo presidenziale è ripartito alla volta di Boves, transitando in via Vittorio Veneto, dove centinaia di persone si assiepavano dietro alle transenne.
Il senso della visita a Borgo era stato anticipato da Mattarella nel suo intervento svolto in mattinata al Teatro Toselli di Cuneo.
“A Borgo San Dalmazzo – ha detto -il binario alla stazione ferroviaria è richiamo quotidiano alla tragedia della Shoah.
Cuneo, dopo Roma e Trieste, è la terza provincia italiana per numero di deportati nei campi di sterminio in ragione dell’origine ebraica.
Accanto agli ebrei cuneesi che non riuscirono a sfuggire alla cattura, la più parte di loro era di nazionalità polacca, francese, ungherese e tedesca. Si trattava di ebrei che, dopo l’8 settembre, avevano cercato rifugio dalla Francia in Italia ma dovettero fare i conti con la Repubblica di Salò.
Profughi alla ricerca di salvezza, della vita per sé e le proprie famiglie, in fuga dalla persecuzione, dalla guerra, consegnati alla morte per il servilismo della collaborazione assicurata ai nazisti”.
“Abbiamo donato al Presidente alcuni omaggi simbolici – dice la sindaca Roberta Robbione -: un suo ritratto a pastelli realizzato dall’artista Monica Sepe, una targa con la riproduzione delle scritte incise sui colli Ciriegia e Finestre da cui passarono gli ebrei in fuga, i lavori dei ragazzi delle scuole medie, la lettera privata di Giovanni Damiano, figlio di Amedeo, vittima di mafia, una chiavetta con tutte le storie dei “nostri” ebrei che si possono ascoltare in Memo. Gli faremo avere il fazzoletto di Lidia Maksymowicz, sopravvissuta ad Auschwitz, che a dicembre fu ospite di Borgo. Al termine della visita il Presidente ha detto di essere molto emozionato per questa visita e per questa giornata”.