Il 2022 ha rappresentato per la regione Piemonte un anno terribile per la questione siccità con dati drammatici e un’evoluzione che ha interessato fino ad oggi tutto il territorio regionale influenzando molte attività di tipo socioeconomico. L’inverno 2021-2022 è stato sia il 3° più caldo degli ultimi 65 anni, con aumento della temperatura media di 1.8% sia il 4° più secco dopo il 1989, 1993 e 2005; sono dati che, confrontati con quelli della media degli ultimi 30 anni, hanno individuato la nostra regione come la zona peggiore d’Europa. Un inverno anomalo che ha registrato la mancanza di precipitazioni significative per più di 100 giorni influenzando e caratterizzando negativamente sia la stagione invernale che la primavera della regione.
Dopo un inverno così penalizzante per la risorsa idrica disponibile nel territorio piemontese, anche la primavera 2022 si è posizionata tra le prime 6 più carenti di precipitazioni.
L’impossibilità di formazione e mantenimento di un ampio e solido serbatoio di neve sulle Alpi ha reso difficile, anche nel periodo primaverile, risollevare la disponibilità di acqua, caratterizzandosi invece con temperature eccezionali per la stagione.
Solo nel mese di aprile si sono visti episodi prevalentemente di tipo temporalesco che hanno apportato circa 60 mm di pioggia sul territorio regionale a cui tuttavia è seguito un maggio con deficit negativo di precipitazioni pari al 30% rispetto al mese tipo.
Anche l’estate 2022 sarà registrata come stagione anomala per il Piemonte, non tanto dal punto di vista delle precipitazioni, quanto piuttosto da quello della temperatura media che si è confermata attorno ai 20.7°C, con contestuale anomalia termica positiva di 2.2°C rispetto alla media del periodo 1991-2020. Dal punto di vista delle piogge, ad un inizio d’estate leggermente sotto media (-20%), è seguito un mese di luglio decisamente secco su gran parte del Piemonte (-45%) salvo qualche area del basso cuneese, dove le piogge sono risultate nella norma. In totale però nell’estate 2022, sono caduti in Piemonte circa 195 mm medi di pioggia a fronte di una norma climatica stagionale di 239 mm, quindi con un deficit totale pari a circa il 18% rispetto al valore medio degli ultimi 30 anni, classificandosi come stagione tra le più secche degli ultimi 65 anni.
L’autunno si è aperto con un mese di settembre caratterizzato da scarsi apporti pluviometrici e con due giornate in cui le precipitazioni medie in regione hanno superato la soglia dei 10 mm. Il totale è stato quindi di 57 mm di precipitazione media sul bacino del Po contro una media del mese di 103 mm nel periodo climatico 1991-2020 e un valore mediano di poco inferiore ai 70 mm.
Il raro ed estremo evento di siccità intensa e diffusa nel nord Italia ha poi influenzato anche il percorso del periodo invernale, andando nuovamente incontro all’anomalia di una stagione eccezionalmente calda e secca. È presto per prevedere con certezza cosa accadrà nel 2023 sul territorio piemontese, ma i segnali di queste settimane relativi alla siccità non ci forniscono indicazioni incoraggianti; molto dipenderà dall’accumulo nevoso e dalle piogge primaverili.