Cuneo – Letti ospedalieri, carrelli per i farmaci, apparecchi elettromedicali ed elettrosanitari: materiale dismesso dall’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo e dalla casa di riposo “Don Peirone” di Peveragno, che giaceva ormai inutilizzato e che potrebbe ora avere una seconda vita al “St. Lucia Medical Centre”, il piccolo ospedale dispensario di Buoye, in Kenya. A patto, però, di riuscire ad acquistare un container da inviare via mare nel Paese africano, investendo la non trascurabile somma di circa 15.000 euro (tanto costa l’acquisto di un container, la spedizione via nave, lo sdoganamento e il trasporto) che, al momento, mancano all’appello.
La paternità dell’iniziativa è ascrivibile al “Progetto Orfani Lago Vittoria”, che fa capo alla bovesana Mary Bernardi Odipo e che dal 2007 ad oggi, in quel piccolo villaggio del Kenya occidentale, nella contea di Kisumu, grazie alla generosità di tanti cuneesi ha già realizzato una scuola e, appunto, un ospedale.
Il progetto Orfani Lago Vittoria
“Il progetto – spiega Mary – è nato nel 2007 con l’obiettivo di aiutare un piccolo gruppo di bambini della zona del Lago Vittoria, supportandoli nel loro percorso di studi. All’inizio erano sette bimbi, alcuni orfani di entrambi o di un solo genitore, altri in condizioni di estrema povertà. Io ho vissuto a Buoye e conosco bene la realtà del posto: indentificavamo le famiglie più bisognose e ne inserivamo i figli nella scuola del villaggio o in altre vicine; ai bambini soli veniva dato anche vitto e alloggio. Siamo andati avanti così per circa tre anni, poi ci siamo resi conto che tutto questo non era sufficiente: occorreva costruire un orfanatrofio. Nel realizzare questo progetto, però, il governo keniano ci avrebbe imposto troppi vincoli, trattandoci alla stregua di una Ong straniera ed imponendoci il rispetto, impossibile in loco e troppo dispendioso, di normative europee. Abbiamo così trasformato l’idea originaria, optando per una scuola-dormitorio privata, all’inizio costituita da una semplice baracca con il tetto di lamiera”.
“Nel 2012 – prosegue Mary -, grazie ad una donazione di denaro importante ad opera di una famiglia bovesana, abbiamo avviato la costruzione di un edificio in muratura a due piani, la “St. Mario School”. Oggi quella scuola accoglie 450 bambini e ragazzi, dai 3 ai 15 anni, che frequentano l’asilo, la primaria o le medie. Una buona parte di loro dopo le lezioni fa ritorno alla propria abitazione, ma coloro che sono soli restano anche a dormire. In questi anni la nostra scuola è diventata la migliore tra le 189, pubbliche e private, presenti nella provincia di Kisumu e la 10ª tra gli oltre 500 istituti scolastici della regione, tant’è vero che comincia ad essere ambita anche dalle famiglie più benestanti: un vantaggio, perché le rette versate potrebbero essere impiegate per sostenere altre iniziative, ma anche un rischio sul quale vigiliamo con grande attenzione, affinché l’originario progetto di sostegno ai più bisognosi non vada snaturandosi”.
A supportare gli alunni in difficoltà economiche nel loro percorso di studi sono le adozioni a distanza da parte di tante famiglie cuneesi, che nel tempo si sono prese a cuore il progetto, donando una somma annuale allo scopo. Tutte le entrate della scuola, poi, sono, reinvestite nella stessa.
“La nostra scuola – prosegue Mary – ha cambiato volto al villaggio, portandovi per la prima volta l’elettricità e l’acqua di un pozzo. I lavori di costruzione, inoltre, hanno dato lavoro alla gente del posto: uomini, ma anche donne, che hanno così avuto a disposizione le risorse per garantire una miglior alimentazione alla famiglia, sicché la malnutrizione a Buoye è stata sconfitta. Nella scuola lavorano oggi 18 docenti e molti sono i volontari che dall’Italia vengono qui ad insegnare l’italiano, che è materia curricolare”.
Un ospedale per Buoye
Con il trascorrere del tempo, tuttavia, Mary si accorge che tra gli alunni si registra una certa mortalità infantile.
“Ogni anno – spiega – morivano 3/4 bambini; un anno, addirittura, ne sono deceduti 7. Qualcosa non andava… Abbiamo deciso, allora, di eseguire uno screening a tappeto per l’Hiv, scoprendo che una percentuale abbastanza significativa di studenti ne era affetta, avendo ereditato la patologia dai genitori. Di lì è nata l’idea di costruire vicino alla scuola un’infermeria, dove i ragazzi potessero assumere i farmaci antivirali a costo zero. Ma la generosità dei Cuneesi, unita alla Divina Provvidenza, ha fatto sì che il dispensario si tramutasse, in realtà, in un ospedale in muratura con 30 posti letto, un laboratorio analisi ed una sala operatoria. La struttura è entrata in attività nell’estate del 2019 e al suo interno si curano adulti e bambini, uomini e donne, affetti da malattie tropicali come malaria e tifo; malnutrizione (per i pazienti che arrivano da fuori Buoye); cancro, soprattutto al colon e all’intestino; esiti di incidenti stradali e quant’altro. Si effettuano anche interventi chirurgici programmati e parti, sia naturali sia con cesareo, con la disponibilità di incubatrici. Il numeroso personale sanitario e ausiliario che vi lavora è locale, ma molti sono i medici italiani e cuneesi che vengono qui a prestare la propria opera in qualità di volontari”.
Arredi e materiale sanitario da Cuneo
Gli arredi e la strumentazione del nosocomio di Buoye, oggi in via di espansione, sono stati donati dall’ospedale Santa Croce e Carle di Cuneo e dalla casa di riposo “Don Peirone” di Peveragno e anche da qualche medico privato. Una prima tranche di questo materiale dismesso, ma perfettamente funzionate e ancora utilizzabile, è giunto dall’Italia via mare con un cointainer, che è stato poi munito di tetto e finestre e tramutato in una biblioteca.
“Adesso, – conclude Mary – speriamo di riuscire a racimolare il denaro necessario per acquistare un altro container, così da poter effettuare, entro il mese di giugno prossimo, un’altra spedizione. Recentemente abbiamo anche ottenuto l’accreditamento con l’agenzia di assicurazione sanitaria pubblica funzionante in Kenya e il nostro obiettivo futuro è di aiutare le famiglie bisognose a sottoscrivere l’assicurazione sanitaria, così da poter venire in ospedale a curarsi. Per la scuola, invece, necessiteremmo di materiale didattico e di un pullmino”.
“Questa per me è anche l’occasione – aggiunge Mary – per ringraziare le tantissime persone che in questi anni hanno dato una mano al progetto Orfani Lago Vittoria, con donazioni, con iniziative di sostegno come le “cene africane” organizzate in passato e in mille altri modi. Vorrei che a tutti arrivasse un grazie speciale soprattutto da parte dei tantissimi bambini orfani che grazie a loro hanno potuto studiare restando a casa loro, nella loro comunità in Kenya, e alle tante persone che grazie a questi aiuti hanno potuto curarsi e in molti casi salvarsi da morte certa”.
Chi fosse interessato a sostenere questi progetti con una donazione al Progetto Orfani Lago Vittoria può rivolgersi a Mary stessa, telefonando ai numeri 331.6497256, oppure 0171.692565 (lunedì, martedì, mercoledì mattina). ll codice Iban presso la Cassa Rurale ed Artigiana di Boves – Bcc è: IT72R083974603000 0010114608. Indicare come causale: Progetto Orfani Lago Vittoria.