Gli eventi che hanno segnato le epoche riletti da un grande giornalista e un fine storico, da Giulio Cesare al Medioevo, dalle guerre all’ultima dell’Ucraina. E gli eventi del passato ci riguardano ancora oggi. Continuano a sanguinare quanto più allontaniamo lo sguardo da esse. Non ci chiedono di imprigionarci nel loro ricordo, ma neanche di dimenticarli. Semmai reclamano che ci si prenda cura di loro, medicando le ferite, senza pretendere di guarirle.
Capire il passato per capire il presente. Un saggio di un’attualità dirompente a un anno dall’inizio del conflitto: i rapporti tra Ucraina e Russia nell’arco di cent’anni. Cos’ha portato alla guerra che oggi vediamo impazzare da più di mesi, sanguinosa, e che ci riguarda tutti? Mieli parte dalla Prima guerra mondiale, passa dalla rivoluzione del 1917 e dalla Seconda guerra mondiale, e arriva a oggi. Racconta come la narrazione di Putin in diretta tv,”«tre giorni prima di oltrepassare con le proprie truppe i confini dell’Ucraina”, narrazione che pretendeva di convincere il mondo che l’Ucraina, come nazione, di fatto non esiste, poiché è stata “interamente creata” dalla Russia, è una narrazione falsa. L’Ucraina ha ottenuto l’indipendenza più volte nel corso dei decenni, la prima il 25 gennaio 1918, giorno in cui nacque la Repubblica d’Ucraina. Putin e non solo, cerca oggi di riscrivere la storia. E il ruolo dello storico è proprio remare contro questa riscrittura, basarsi non sull’invenzione, ma sull’esperienza.
Ferite ancora aperte
di Paolo Mieli
Rizzoli
18,50 euro