Cuneo – Il Comitato “Al Santa Croce si Può” in attesa dell’incontro di oggi tra i vertici della Regione e quelli dell’Azienda ospedaliera Santa Croce e Carle, ribadisce le sue posizioni sul futuro ospedale di Cuneo. Insiste sulla posizione che l’ospedale cittadino Santa Croce poteva essere recuperato e sottolinea come la volontà politica sia quella di svoltare sul privato anziché costruire con i soldi pubblici, quelli statali dell’ex articolo 20 o quelli dell’Inail.
“Ci chiediamo – scrive Armanda Bellazini per il Comitato – come mai i 141 milioni di finanziamenti statali accantonati non potessero essere previsti per predisporre un progetto del nuovo Santa Croce da presentare all’Inail invece che essere previsti per partecipare al parternariato pubblico privato Alla luce di queste dichiarazioni, non possiamo che ritenere che il nostro assessore si sia orientato sull’unica soluzione che, probabilmente, sembra aver perseguito fin dall’inizio, concentrandosi sulla strada del finanziamento privato a scapito di quello pubblico. Non possiamo essere d’accordo! Un nuovo o rinnovato ospedale, non potrà che essere costruito con i finanziamenti dell’Inail, perché l’Inail non lucrerà sul costo della pulizia, della ristorazione o dei parcheggi dell’ospedale”.
Il Comitato accusa di non aver mai preso in considerazione veramente l’ipotesi del recupero del Santa Croce. E accusa tutti i soggetti coinvolti.
“A dire il vero tutto quanto succede – conclude la lettera – ed è successo sulla questione ospedale ci pare una grande recita, con vari attori, Regione, Fondazione, Comune che hanno agito senza un’autentica volontà di mettere a confronto le diverse possibili opzioni di intervento, ospedale nuovo al Carle o al Santa Croce, con le relative analisi delle molteplici ricadute sul territorio. Secondo noi è stata fatta una scelta pregiudiziale per interessi altri come l’evoluzione dei fatti pare aver reso sempre più evidente. Se veramente ci fosse stata la volontà di cercare la soluzione più conveniente da più punti di vista, a nostro parere, ora potremmo ritrovarci sul piatto anche un approfondito studio sulla possibilità alternativa di ristrutturazione ed ampliamento dell’attuale ospedale, che nessuno degli attori in gioco pare aver mai voluto seriamente prendere in considerazione. Ci sarebbe piaciuto e ancora ci piacerebbe avere, come cittadini che pagano con le loro imposte i costi dell’ospedale, la possibilità di vedere il risultato di un confronto ad armi pari tra le due soluzioni”.