Paesana – Picchiato con un bastone perché le sue mucche avevano invaso il terreno di un altro allevatore. Il fatto è accaduto il 19 giugno del 2020 e con l’accusa di lesioni aggravate è stato rinviato a giudizio M.P., un dipendente del proprietario del terreno ‘invaso’, accusato di aver colpito a bastonate C.A. l’allevatore costituito parte civile al processo.
“Stavo trasferendo le mucche da un terreno ad un altro e lungo la strada avevo messo i fili della recinzione, ma alcune mucche li avevano buttati giù calpestando l’erba del terreno di un altro allevatore”. Finito di spostare le mucche, C.A. insieme al fratello di 15 anni e ad un cugino era tornato indietro a recuperare i pali e i fili della recinzione, ma la sua auto venne bloccata da quella dei dipendenti dell’altro allevatore che si lamentavano per l’invasione del terreno da parte delle sue mucche. “Dalle parole e insulti si è passati all’aggressione – ha riferito in aula la parte offesa – loro erano quattro e mentre tre mi trattenevano, M.P. aveva preso uno dei pali per la recinzione e mi ha colpito alla testa. L’ho visto mentre prendeva il palo e poi ho sentito da dietro i colpi sulla testa”. Il fratello e il cugino erano riusciti a scappare in auto e da lì assistettero all’aggressione, “da dietro lo ha colpito più volte alla testa – ha raccontato in aula il fratello minore che all’epoca aveva 13 anni – mio fratello urlava e anche io gridavo di lasciarlo stare, ma quello ha smesso solo quando il bastone si è rotto. Ero molto spaventato, non sono più salito in montagna per un mese”. Quando i tre sono riusciti a mettersi in salvo sono corsi giù a valle per andare al Pronto soccorso, dove alla vittima dell’aggressione sono state curate le ferite, “ancora adesso ho frequenti mal di testa – ha aggiunto la parte offesa – e in alcuni momenti anche episodi di perdita di memoria”. Anche la madre della vittima ha riferito del grande spavento del figlio minore quando rientrò a casa, “il grande era andato in ospedale e non lo vidi fino al giorno dopo. Lo avevo però sentito per telefono e mi aveva rassicurata. Il piccolo invece era molto agitato, piangeva e non riuscivo a calmarlo, non voleva più andare in montagna”.
L’udienza è stata rinviata al 19 giugno per ascoltare i testi della difesa.