Savigliano – È proseguito al tribunale di Cuneo il processo per lesioni aggravate in cui sono imputati quattro uomini, X. E. e il cugino X. K. di origini albanesi e F. S. con lo zio D. C. – questi ultimi accusati anche di intralcio alla giustizia -, che la notte del 29 febbraio 2020 aggredirono quattro ragazzi che si trovavano al bar Taipei di Savigliano, ferendoli con calci, pugni e coltellate. La serata dei quattro malcapitati era iniziata in un ristorante di Fossano e doveva concludersi con un ultimo drink al bar di Savigliano, ma l’incontro con uno degli imputati avrebbe cambiato radicalmente il corso della serata. Nella scorsa udienza l’unica donna del gruppo di quattro amici aveva riferito in aula di aver preso il proprio drink ed essere uscita nel dehors del bar con uno dei tre amici per fumare una sigaretta; fuori dal bar si avvicinò X. E. per parlare con il suo amico: “All’inizio parlavano tranquillamente ma quando il mio amico si è girato per venire da me l’altro, un uomo claudicante, si è fatto più aggressivo e il mio amico lo ha fermato con una mano. Quello deve aver perso l’equilibrio ed è caduto”. Vedendo l’amico a terra si sarebbero avvicinati gli altri uomini che erano con lui e a quel punto si scatenò l’aggressione con lanci di cemento preso dalle fioriere e pezzi di vetro di bottiglie e poi l’aggressione fisica, con calci e pugni: “Lo avevano circondato mentre era a terra, poi hanno detto qualcosa sui coltelli e si sono allontanati”, ha aggiunto la donna. Giusto il tempo per gli amici di accorrere verso l’amico e quelli sarebbero tornati prendendo di mira tutti e quattro gli amici ferendoli con calci e pugni e con i coltelli; uno di loro, costituito parte civile in giudizio, riportò ferite a una gamba con lesione di un legamento e un taglio alla pancia. Nel corso dell’ultima udienza i due cugini X. E. e X. K., nulla dando per ammesso sui fatti loro contestati, hanno offerto un risarcimento di 1.000 euro alla parte offesa, così come F. S., accusato insieme allo zio D. C. di essere tornato sul luogo dell’aggressione dopo qualche ora per intimare al titolare del locale di non riferire nulla ai Carabinieri circa la loro presenza quella sera, ha offerto un risarcimento di 300 euro al titolare del bar. In aula è stato quindi ascoltato il comandante dell’aliquota operativa dei Carabinieri di Savigliano in merito all’identificazione degli imputati: “Sul posto trovammo i documenti di X. E., mentre il cugino era stato riconosciuto dal titolare del bar perché era stato un suo dipendente”. Grazie alle telecamere di sorveglianze comunali sarebbero poi state identificate le auto degli altri due imputati, uno dei quali, F. S., sarebbe stato riconosciuto da uno dei testimoni grazie alla foto sul suo profilo Instagram. L’udienza è stata rinviata per ascoltare i testimoni delle difese.