Si fa presto a dire chilometro zero. Di fatto le cose sono più complesse di quanto la cifra zero non lasci intuire, soprattutto per la logica del mercato che cavalca ogni strada senza molto badare a sottigliezze. Eppure l’autore ritiene che proprio questa complessità richiami l’attenzione sulla consapevolezza come condizione per gli acquisti.
Il concetto di chilometro zero è fondamentalmente, pur se involontariamente, ambiguo. L’immediatezza con cui si lascia recepire nasconde in realtà un articolato tessuto di informazioni ulteriori che andrebbero messe in conto per definire i contorni di un prodotto posto sugli scaffali di un negozio. La dizione “identifica una politica che privilegia il cibo prodotto in loco”. Eppure la distanza tra produttore e consumatore non è immediatamente garanzia sufficiente. Anzi, un recente studio avrebbe evidenziato come sia proprio quest’ultimo a fare la differenza. Al compratore è infatti imputabile quasi la metà del chilometraggio percorso dal cibo prima di arrivare sulla tavola. Per questo “da un punto di vista ecologico, è preferibile fare una spesa consistente al supermercato che non recarsi più volte nei piccoli negozi”.
Conclusione spiazzante ma stringente, che introduce quindi al “chilometro consapevole”, cioè all’informazione che il consumatore può acquisire per una spesa buona, pulita e giusta. Si spiega così la giungla di ambiguità che l’autore evidenzia non certo per screditare i concetti che stanno alla base di un consumo “intelligente”, bensì per sottolineare l’urgenza di comprendere meglio quanto viene offerto.
L’orizzonte si allarga coinvolgendo l’etichettatura, la logistica, l’economia dei prezzi per raggiungere infine la salute. Un quadro complesso che non necessariamente è sinonimo di complicato. La nozione di consapevolezza è il primo passo per acquisire l’attenzione ai vari aspetti del cibo, per aprire letteralmente gli occhi.
Consapevole non è però necessariamente un mangiare “serioso e insipido”. Anzi il piacere della tavola può dialogare con la coscienza ambientale e civile, avendo coscienza del retroterra sociale implicato dalla produzione e dal consumo del cibo. Per questo motivo l’autore può fin dall’inizio affermare che la consapevolezza è “esercizio attivo di cittadinanza”.
Il chilometro consapevole
di Carlo Catani, Carlo Petrini
Slow Food
14,50 euro