Il titolo della raccolta quasi si schermisce con un titolo dimesso: “sono poi soltanto poesie”. Lo fa avendo davanti quelle piccole cose di buon gusto che punteggiano i versi. E forse proprio la brevità della maggior parte dei componimenti consente di privilegiare l’immediatezza delle emozioni unita a uno sguardo ampio capace di accogliere ogni aspetto della vita. Sono piccolo attimi che non vanno tralasciati, come gli appunti su un calendario, perché “se provi a toglierne via uno rimane solamente una pagina strappata”.
Sono tutte poesie firmate da autori caragliesi, alcuni dei quali anzi dedicano al proprio paese o frazione omaggi in versi. Colgono così angoli, persone e momenti restituendo loro uno spazio non sempre valorizzato.
La maggior parte degli autori è guidata dalla sensibilità di un “cheur masnà”. Rivisitano il passato, si lasciano avvolgere da un sottile velo di nostalgia comunque cogliendo le immagini come “perle di gioia”. Sono immagini semplici quelle su cui si cristallizzano questi ricordi, come l’arrivo della trebbiatrice, il parto di un vitellino, un foulard di seta che rimanda ai lavori. Immagini che si muovono sul crinale del ricordo.
La poesia privilegia il passato, perché lì ravvisa il fondamento della vita. Il presente sembra sfuggire di mano. Resta il passato per ritrovare le proprie origini, riallacciare rapporti pervasi da pacata serenità, perché lì c’è anche una parte di se stessi.
Timidamente anche quando lo sguardo si volge al presente o, più ancora, al futuro sente il bisogno di appoggiarsi a immagini concrete. Può essere la promessa di vita di un neonato o lo scambio d’amore di due giovani sposi: “invisibili fili che appendono all’infinito”. Anche se la “polvere di solitudine e dolore” fa parte di questo quadro.
A sorpresa poi tra le pagine si incontrano anche versi o intere poesie punteggiate di ironia. Una volta di più nascono dallo stridere tra le mode del presente e la semplicità del passato. C’è la “blaga” del telefonino o il controcanto di un lui e una lei, che smaschera i rispettivi pensieri nascosti, o il pettegolezzo dietro l’angolo.
Tutto trova espressione nel piemontese di Caraglio (con traduzione italiana a fronte). È la lingua che restituisce in vivaci, intraducibili espressioni emozioni e atteggiamenti, perché è custode della vita. Proprio per questo deve anche registrare un’inesorabile agonia a cui oppone un orgoglioso senso di appartenenza.
Son peu match ed poesie
Autori vari
Primalpe
14 euro