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Domenica 22 dicembre 2024

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L’eccidio nazista di Boves e la forza di redenzione che ne è scaturita

Un libro che ricostruisce gli eventi e fa emergere gli ideali per cui sacrificarono la vita don Bernardi e don Ghibaudo

La Guida - L’eccidio nazista di Boves e la forza di redenzione che ne è scaturita

Numerose sono le testimo- nianze, documentate e prezio- se, sull’eccidio di Boves prodotte, in particolare, dall’editoria locale in ricordo della tra- gedia del 19 settembre 1943.
Ma in tempi in cui rischia di spegnersi progressivamente la memoria non so- lo nei più giovani, meno colpevoli di chi pure visse la stagione del dopoguerra, con i segni ancora delle ferite del secondo conflitto mondiale, è importante ritornare su quei tragici eventi.
Ed è un valore aggiunto che a farlo sia una giornalista non del posto, Chiara Genisio, portando nella sua narrazione un supplemento di sensibilità femminile e un racconto destinato alla comunità nazionale, grazie alla diffusione di cui sono capaci le edizioni Paoline.
Colpisce nella narrazione di Chiara Genisio la tonalità umana dei protago- nisti del libro, don Giuseppe Bernardi e don Mario Ghibaudo ( per i quali è in corso il processo di beatificazione), insieme con l’imprenditore Antonio Vassallo, trucidati dai nazisti: personalità tra loro molto diverse, ma gente dalla schiena dritta e dotati di grande compassione umana. Una compassione scaturita da una forte passione civile e religiosa, messa a disposizione di una comunità vittima della follia nazista, ma ancora forte di una solidarietà antica.
Il libro fa rivivere i momenti di sbandamento e di paura, colti negli sguardi delle donne e nell’angoscia degli anziani che pure ne avevano “già viste tante”, ma proprio non si aspettavano che la ferocia potesse superare ogni limite. Ma non è la ferocia di tutti: certo è quella del maggiore Peiper, capo delle SS, ma non di tutti suoi soldati, qualcuno ancora con qualche residuo di umanità, a testimonianza che forse non ancora tutto era perduto.
Ma se tutto di quella nostra umanità non è andato perduto è stato soprattutto grazie all’umanità mite e coraggiosa di quei tre martiri che sapevano che cosa veniva prima nella vita e che cosa bisognava salvare perché un giorno tornasse se non proprio il sereno, almeno un po’ di luce dopo quella lunga notte della seconda guerra mondiale.
Il libro di Chiara Genisio, con una scrittura vivace e limpida, fa scorrere in altrettanti capitoli le vite dei protagonisti, a cominciare da don Giuseppe Bernardi, uomo di pace, a don Mario, deciso a vivere e morire da sacerdote, senza trascurare la figura negativa di Joachim Peiper, il boia impunito. Il tutto inserito nel contesto di quel terribile settembre 1943, con l’Italia allo sbando e quando la parola d’ordine era: “annientare”.
Una parola d’ordine che sortì l’effetto contrario a quello perseguito: uomini come i martiri di Boves seminarono germi di vita che vennero a maturazione negli anni seguenti, lungo la strada del dialogo e del perdono, come testimonia ancora oggi la “Scuola di pace” di Boves e gli sviluppi di nuovi rapporti tra la popolazione della città vittima con la città dove è sepolto quel Joachim Peiper, protagonista crudele di quegli eventi del 1943.
Fa bene ricordare tutto questo a poco più di settant’anni da allora, in un mondo molto cambiato ma ancora sempre con quell’umanità capace del meglio ma anche del peggio, in questa nostra Eueopa dove tornano inquietanti tensioni e risorgenti nazionalismi e dove la pace è minacciata da una nuova guerra mondiale, meno percepita solo perché frammentata sul pianeta, come continua a ricordarci papa Francesco.

Martiri per amore. L’eccidio nazista di Boves
di Chiara Genisio
Edizioni Paoline
12 euro

 

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