In principio c’erano Adamo ed Eva. Un inizio singolare per un libro che intende guardare ai comportamenti irresponsabili tenuti dagli uomini nei confronti del mondo.
È però l’incipit che stabilisce il contesto etico entro cui dover sviluppare ogni riflessione sulla questione della sostenibilità o meno delle nostre abitudini. Insomma si tratta di pensare come se i due celebri progenitori biblici non avessero davanti solo la fatidica mela. Il frutto è soltanto un “oggetto” del desiderio, ma a monte sta la scelta di addentarlo. Nella possibilità di scelta, e quindi dell’errore, sta la differenza tra uomo e mondo naturale.
E di errori Cinzia Scaffidi, con uno stile accattivante ancorché rigoroso, ne elenca non pochi praticamente tutti riconosciuti dagli stessi autori eppure rimasti inascoltati dai loro contemporanei e, quel che è peggio, dalle generazioni successive. Da precisare subito che è chiamata in causa non tanto la scienza quanto il suo rapporto distorto con la politica e la “grande sorella” l’economia.
L’autrice prende dunque a prestito, quale presupposto, le parole dell’economista Friederich Schumacher secondo cui, non potendo evitare gli effetti, ci si deve accontentare di “un’arbitraria scelta della quantità sopportabile: non è una scoperta scientifica, ma una decisione amministrativa”.
Rinviati dunque ai risvolti etici della scelta, si pone l’altro principio questa volta scientifico: quello della complessità. Richiamando la “dialettica della natura” di Engels, si tratta di “porre al centro dell’osservazione le cose nel loro rapporto, anziché nel loro isolamento”. Seguendo questa strada si potrà rileggere la storia di parecchie ricerche che hanno avuto notevoli ricadute sulla vita e manco a dirlo, sull’economia.
L’autrice comincia da quella ottocentesca di von Liebig (proprio quello del dado) sulle sostanze nutritive delle piante che apre la strada ai fertilizzanti chimici. Rivoluzione che incide sulla produzione agricola, ma alla lunga rivela i suoi grandi limiti. Di qui in poi la strada è costellata di scoperte sensazionali, alcune anche con relativo Nobel, ma il più delle volte sconsideratamente utilizzate in nome del profitto.
L’autrice non si illude sui risultati del suo libro. Lo scopo è “far capire quanto è antica e quanto è stata lucida la riflessione sui mali che oggi abbiamo sotto gli occhi”. Un obiettivo culturale, prima ancora che tecnico: invitare il lettore a prendere in mano un autore citato è leggerne qualche pagina. In fondo sulla scelta di Adamo ed Eva oggi più di allora pesa la responsabilità della conoscenza dei fatti.
Il profitto e la cura
di Cinzia Scaffidi
Slow Food
16,50 euro