“A Busto Arsizio non esistono problemi che non siano strettamente connessi con i quattrini”, parola di Piero Colombo, giornalista free lance sempre in lotta con Azzimonti, l’editore della Subalpina per strappargli, contrattando fino all’ultimo spicciolo ben s’intende, un pezzo e relativo compenso. A dir il vero, a giudicare dalla trama del romanzo che lo vede protagonista, ogni paese è copia in piccolo di un mondo ben più ampio. E Busto Arsizio non fa eccezione.
Neanche, del resto, Colombo fa eccezione. Non è un investigatore, ma lo diventa presto per rimpinguare il suo esiguo conto in banca All’inizio è un po’ dubbioso sulla sparizione di Salvatore Navarra e sull’incarico che gli conferisce il figlio Mick di ritrovarlo, ma 5000 euro in banca gli fanno comodo.
Scoprirà presto che non essere investigatore, ma doverlo diventare è posizione scomoda, può persino diventare pericolosa.
C’è di mezzo una questione di cosche mafiose vittime, una volta tanto, dei “colleghi” della stidda, organizzazione malavitosa che fa concorrenza alla mafia nella zona tra Caltanissetta e Agrigento. Di mezzo ci finisce anche Caravaggio e la sua Natività. Trafugata per sfregio, non certo per velleità artistiche, innesca un intricato caso che coinvolge prima la famiglia Navarra poi lo stesso Colombo.
È un giallo senza sangue né morti raccontato con brio dalla voce del giornalista che sembra quasi non prendersi sul serio. Di tanto in tanto fa il punto delle ipotesi al vaglio per districare la matassa che nonostante tutto rimangono supposizioni. Nel frattempo l’autore si permette divertite ironie sull’efficienza lavorativa del Nord e la boria di cui si vestono gli imprenditori, tratteggiando con rapide pennellate il contesto del romanzo.
ILCARAVAGGIO SCOMPARSO
di Riccardo Ferrazzi
Golem
€ 13,9