Cuneo – Il clima torrido di questi giorni, dopo un semestre in assoluto tra i più secchi a memoria d’uomo, mette al centro dell’esperienza collettiva e dell’attenzione istituzionale l’emergenza siccità. Mentre perdurano gli inviti a non sprecare in alcun modo l’acqua potabile per evitarne il razionamento, c’è grande paura sul fronte irriguo: l’agricoltura si gioca in queste settimane una parte strategica delle produzioni, da cereali e foraggi per la zootecnia all’ortofrutta per il consumo interno e per le esportazioni, ma proprio sulle esigenze dei campi si sta consumando una sorta di “braccio di ferro”. Da una parte l’Autorità di bacino del Po, che chiede di “dare acqua” al grande fiume per contrastare il cuneo salino alla foce (la risalita di acqua salata dal mare lungo il corso del fiume stesso); dall’altra la Regione Piemonte, che ribadisce quanto già fatto finora e si oppone a ulteriori tagli delle disponibilità irrigue. E alla discussione assistono le organizzazioni professionali agricole, che continuano a ribadire con forza la loro esigenza di acqua per salvare le produzioni estive, tanto più in un anno già “impazzito” tra aumenti dei costi e tensioni internazionali.
Ecco come ricostruisce la vicenda Confagricoltura Piemonte, in una nota.
“L’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po ha chiesto alla Regione Piemonte di attivare ulteriori misure di contrasto alla crisi idrica al fine di assicurare l’uso idropotabile delle province di Ferrara, Ravenna e Rovigo e di rallentare la risalita del cuneo salino nelle acque superficiali e sotterranee, nel contempo riducendo i rischi di potenziali impatti negativi sullo stato ambientale dei corpi idrici.
In particolare le misure riguardano:
– l’aumento dei rilasci dei grandi laghi alpini pari al 20% rispetto al valore derivato al 29 giugno 2022;
– la verifica della possibilità di rilasci aggiuntivi giornalieri;
– la riduzione dei prelievi irrigui del 20 % in meno rispetto al valore medio della settimana dal 23 al 29 giugno 2022.
La Regione ha fatto presente all’Autorità di distretto che, pur nell’estrema difficoltà in cui si trovano l’approvvigionamento idropotabile, la condizione delle coltivazioni, il raffreddamento di grandi impianti di produzione energetica e le componenti ambientali impattate, ha tuttavia pianificato con gli operatori idroelettrici già nel mese di giugno un aumento dei rilasci settimanali dagli invasi di monte.
Per contro, il taglio orizzontale e generalizzato del 20% su tutti i prelievi irrigui non darebbe alcuna garanzia riguardo l’efficacia di tale misura. Il Piemonte effettuerà invece una valutazione sito specifica per sottobacino che terrà conto, tra l’altro, del valore delle coltivazioni e degli impianti che rischiano di essere perduti.
La Regione ha fatto inoltre rilevare all’ l’Autorità di bacino del Po che, accanto alle altre misure, sarebbe più conveniente valorizzare il sistema della sommersione delle risaie, che contribuisce a restituire nel tempo importanti portate al Po e ai tratti di confluenza, essenziali per le fasi finali della stagione estiva”.