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Domenica 22 dicembre 2024

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Graffi e idiomi per indagare le possibilità infinite della materia

Il cuneese Guido Girodano, che vive e lavora a Torino, un artista poliedrico dalla grafica alla scultura

La Guida - Graffi e idiomi per indagare le possibilità infinite della materia

Guido Giordano è nato a Cuneo nel 1947 e si è laureato in architettura a Torino, dove vive e lavora. Si dedica a scultura, illustrazione, pittura, fumetto, vignettq umoristica, grafica, design, arte applicata e legatoria moderna. È sempre stato attratto dal segno e lo ha tradotto in codici in continua espansione ed evoluzione utilizzando diversi materiali come carta, ottone, bronzo, ceramica, gomma e vetro. Giordano ha iniziato a esporre dal 1968 partecipando a numerose mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero. Inoltre, è intervenuto in alcune chiese della diocesi di Cuneo; ha partecipato ad edizioni grafiche de La Stampa, Stampa Sera e Torino 7, tra cui “Collezione Granda”, a Scrittorincittà di Cuneo con “Cuneologismi” e al Salone del Libro di Torino con “Un’idea voluminosa” vignette sul tema libro. Per la casa editrice Priuli&Verlucca ha realizzato il libro “Le strade di Torino”. Caratteristiche delle sue opere sono delle textures segniche, simili ad ideogrammi, che talvolta sembrano rimandare a un qualcosa di religioso. Questi tratti sono diventati il segno distintivo del suo stile. Il linguaggio prezioso ed astratto delle sue opere di Giordano si avvale perlopiù di supporti geometrici quadrati o rettangolari, circolari od ovali, esibiti singolarmente o in composizioni modulari.
“Ama talvolta definirsi artigiano – scrive Roberto Baravalle – ma, in realtà, è architetto, alchimista, disegnatore, esploratore inesausto delle possibilità infinite della materia, che trafigge e intarsia con le sue tipiche textures, con ideogrammi misteriosi ed eleganti, talvolta scaturiti da processi complessi che implicano l’uso non solo del bulino ma anche degli acidi. Solenne ma giocoso, serio ma curioso, Guido sa ricondurre il magma della sperimentazione all’ordine della realizzazione compiuta, il che gli ha consentito di confrontarsi, negli anni, anche con soggetti e situazioni legate al Sacro e alla religiosità”.
“È ammirevole  – continua Carlo Morra – il modo con cui sa manipolare in un amalgama prezioso i metalli con le terre, la carta con la gomma, il legno con la plastica, il vetro con i pigmenti. Ottenendo “contaminazioni” materiche in cui non sai dire se si tratti di un “punto di arrivo” o di un punto di partenza per nuove ricerche e nuove e diverse realizzazioni di idee che la sua mente ha maturato o scoperto magari per caso”.
E ancora Enrico Perotto: “Su tutto domina sempre la cifra stilistica di Guido: una sorta d’affascinante primory writing, un’écriture arcana disegni delineati, graffiati, incisi, rilevati e tracciati con andamenti rigorosi, ma variegati, propri della mano di un calligrafo colto, raffinato e di gusto orientaleggiante, che sa coniugare scrittura, pittura e scultura con il proposito d’inventare una sumptuosissimo forma personale d’espressione artistica”.
Sono suoi tra gli altri a Cuneo e provincia il portale in bronzo della parrocchiale di Madonna delle Grazie, particolari decorativi sugli arredi sacri per le Chiese di Sant’Ambrogio, di San Pio X e di Roata Canale, l’ovale in bronzo sull’ingresso del cimitero di Roccavione, il bassorilievo in bronzo posto sulla tomba di Cesare Pavese a Santo Stefano Belbo.
“Quale che sia il materiale utilizzato, – ricordava Roberto Peano –  le superfici delle sculture, anche se di grandi dimensioni, sono percorse da una fittissima trama di regolari e simmetrici segni, ora incisi nel metallo, ora graffiti su materiali più teneri, ora impressi persino sul vetro con tecniche di rara bravura. E con ciò usciamo dall’abito della funzionalità o della ricerca materica per attingere definitivamente al più alto livello dell’espressione artistica”.ù

Una delle sue ultime opere è un ripresa di un lavoro iniziato verso la metà degli anni Settanta, i disegni di “Les Onze Mille Verges”, scritto dal poeta, scrittore, giornalista e critico d’arte francese Guillaume Apollinaire, inventore del calligramme e tra i primi poeti visivi. Giordano aveva realizzato già 190 tavole a matita e ha ripreso l’antico progetto, questa volta con l’impiego del tratto a biro, realizza 250 tavole di grande formato con eleganza di tratto e chiaroscuri frutto di un uso dello strumento unico. Una sorta di vera piccola enciclopedia ricca di oltre 750 citazioni che spaziano dall’arte al teatro, dal fumetto al sociale, dalla caricatura al grafismo in libertà, che è il suo tratto.

 

 

 

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