Cuneo – Sos siccità con l’acqua che scarseggia per l’irrigazione e i corsi d’acqua che hanno dimezzato la portata rispetto allo scorso anno. Lo denuncia Coldiretti Piemonte nell’evidenziare che bisogna passare dalle parole ai fatti e creare progettualità specifiche per il risparmio idrico con il mese di maggio che si è chiuso con meno 30% di precipitazioni, pur facendo registrare 16 giorni piovosi.
“Se da un lato è evidente che stia piovendo meno, dall’altro non possiamo tralasciare che, a oggi, non si sia messo in atto alcun progetto regionale per creare dei bacini idrici – affermano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Le risorse idriche vanno gestite come vanno concretizzati percorsi di valorizzazione dell’acqua così da rispondere alle diverse esigenze in termini di utilizzo potabile, irriguo ed industriale, con ricadute importanti anche a livello ambientale”.
Il semestre da dicembre a maggio 2022, in Piemonte, è stato il terzo più secco degli ultimi 65 anni, secondo i dati di Arpa. Il deficit dell’acqua accumulata nelle nevi è del 65%, i fiumi sono da mesi in magra e a fine maggio, ad eccezione del Toce e della Dora Baltea che presentano scostamenti negativi inferiori al 30%, l’ammanco di acqua sui restanti bacini arriva fino al 70-80%. Maggio, infine, ha fatto registrare un’anomalia di due gradi in più in media, con massime a metà mese di 34 gradi.
“Occorre non solo individuare modalità efficienti ed efficaci per governare l’emergenza, ma anche avviare un processo attraverso il quale porre la necessaria attenzione al tema delle infrastrutture irrigue e, quindi, ad incrementare la capacità di conservazione, per utilizzare l’acqua nei momenti di maggior idroesigenza superando l’attuale condizione di diffusa dispersione – continuano Moncalvo e Rivarossa -. È necessario creare una rete di piccoli invasi su tutto l’arco alpino per evitare di arrivare a situazioni di crisi come quella attuale. Certo vanno coinvolti tutti i soggetti interessati, superando l’attuale frammentazione anche in termini di competenze amministrative, in modo tale che sia possibile, come Piemonte, definire un piano strategico unitario che possa rispondere alle esigenze idriche delle imprese agricole che ora, invece, si trovano a dover affrontare, oltre alle difficoltà dovute all’innalzamento dei costi delle materie prime e agli sconvolgimenti del mercato a causa della guerra ucraina, una vera e propria emergenza idrica”.