Lezioni di vita dal mondo del ciclismo.
Martedì 17 maggio la decima tappa, Pescara-Jesy nelle Marche, è stata conquistata dal ventiduenne eritreo Girmay, che lancia la volata, il campione olandese Van der Poel lo affianca, ma cede a dieci metri dal traguardo e, mentre rallenta, si congratula con un’alzata di pollice, plaudendo alla performance del corridore africano.
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Abbonati quiIl video è emozionante. E ispira una serie di riflessioni sul competere con saggezza, sul vincere con onore, sul saper mollare la presa, gesto quest’ultimo che richiede robusti muscoli interiori, una perizia nell’arte di vivere che impone quotidiani allenamenti, come insegna la “filosofia” Zen con “la pratica dello spirito del gesto”.
L’idea di fondo è che nella vita quotidianamente vissuta con attenzione alla crescita interiore non ci sono cose piccole e grandi, ciò che è importante e ciò che non lo è, vincitori e perdenti, tanto per tornare alla decima tappa del Giro. A contare è il cuore, il senso, l’energia che metti dentro il gesto che fai. Tutto il resto salta, tutte le altre categorie diventano trascurabili.
Significa onorare l’istante, con quello che c’è: lasciar andare, se l’istante lo chiede, mollare la presa, se la realtà lo suggerisce, onorare chi vince nel momento in cui vince, e col corpo teso, i muscoli dolenti, alzare al volo il pollice, fluendo senza resistenza, presente con la mente e con il corpo, in sintonia con quello che sta accadendo, semplicemente qui, ora, mentre respiri e sei vivo.