Borgo San Dalmazzo – Partigiano, pittore, scultore, artista a tutto tondo. Tutto questo fu Basso Sciarretta, morto a Borgo San Dalmazzo il 26 gennaio 2006. Il 25 aprile scorso, in occasione della Festa della Liberazione, la sua città natale – Termoli, in provincia di Campobasso – lo ha ricordato apponendo una targa in via Adriatica 7, sulla casa dove Sciarretta nacque il 18 marzo 1921.
Una vita piena la sua. Nel luglio 1944 la decisione di unirsi alle formazioni partigiane, al termine di una licenza a Torino, dove risiedeva la famiglia, abbandonando la divisa da Sottotenente dell’esercito. Per circa dieci mesi “Walter” (il nome di battaglia scelto) e i suoi compagni del I gruppo Divisioni Alpine Langhe, al comando di Enrico Martini “Mauri”, combattono tedeschi e fascisti. In uno di quei frangenti Basso Sciarretta viene catturato nella zona di Rocca Ciglié dai militi fascisti. Si salva dalla fucilazione grazie alle testimonianze degli abitanti del luogo, solidali con i partigiani. Nel dopoguerra riprende gli studi interrotti laureandosi nel 1948 in Giurisprudenza, ma non farà mai l’avvocato o il magistrato, bensì l’assicuratore.
Dopo quella per la libertà e la democrazia Basso Sciarretta brucia per un’altra passione: l’arte. In particolare per la pittura. L’apprendistato lo svolge nello studio di un bravo maestro a Torino e nel 1953 già allestisce la sua prima mostra. Ne seguiranno molte altre, oltre un centinaio, in Italia e all’estero, attraverso le quali si fa conoscere e apprezzare da critici ed esperti per il suo straordinario talento.
Continuerà a lavorare come artista fino a tardi, sperimentando tecniche artistiche diversissime, dalla pittura ai metalli (anche l’oro), dalla ceramica al grès, dai tessuti alla pasta di carta.
A Borgo fonda l’associazione Borgocontemporanea che sotto la sua guida si è impegnata per la diffusione dell’arte e della cultura, promuovendo serate, incontri, mostre che lasciano il segno nella vita culturale della città.
Si spegne a Borgo San Dalmazzo il 26 gennaio 2006. I resti, per sua esplicita volontà, riposano nel cimitero della piccola località langarola di Rocca Ciglié, in riconoscenza per la gente di quel paese che gli salvò la vita.