Cuneo – Una nuova agricoltura, strade innovative per affrontare una sfida ancestrale come quella del cibo in un mondo che cambia. E che cambia velocemente in modi inattesi, rompendo schemi cui eravamo abituati. Anzitutto, una situazione climatica profondamente mutata, di cui stiamo prendendo sempre più consapevolezza; e poi, subito dopo un’esperienza devastante a livello globale come la pandemia, un incubo per molti aspetti peggiore come le tensioni internazionali che stanno rivoluzionando la nostra quotidianità e la percezione di molti aspetti del vivere, del lavorare, del produrre. Ne porta le conseguenze anche l’agricoltura, chiamata a rispondere a esigenze inaspettate (ad esempio, l’improvviso stop di cereali e concimi, come pure l’energia fossile, dall’ex blocco sovietico).
Quale nuovo approccio? Quale visione e quale organizzazione, per il comparto primario? Una proposta, in forma di riflessione e di suggestione visionaria ma anche concreta su cui ragionare, viene da una persona che conosce bene il sistema agricolo della Granda, tra zootecnia e coltivazioni, anche in ottica di filiera: Bartolomeo Bovetti (nella foto), classe 1947 di Mondovì, dottore agronomo, storico direttore dell’Associazione provinciale allevatori e vicepresidente del Comizio Agrario, ancora oggi direttore delle cooperative di commercializzazione Compral e Compral Latte.
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