Borgo San Dalmazzo – Contro il progetto di un parco fotovoltaico da realizzare nell’area adiacente allo stabilimento Italcementi (progetto presentato dalla società Italgen e approvato dal consiglio comunale il 23 marzo) scendono in campo le associazioni ambientaliste cuneesi.
La contrarietà è espressa in una lettera aperta indirizzata al sindaco di Borgo e firmata da Domenico Sanino (Presidente Pro Natura Cuneo), Bruno Piacenza (Presidente Legambiente Cuneo), Silvio Galfrè (Presidente LIPU Cuneo), Albino Gosmar (Presidente Cuneo Birding) e Alberto Collidà (presidente Italia Nostra Cuneo).
Il giudizio negativo non è dovuto alla tecnologia dell’impianto, ma alla localizzazione prescelta.
“Premesso – si legge nel documento – che le scriventi Associazioni reputano prioritario e urgente per il nostro Paese puntare sulle fonti rinnovabili per contrastare i cambiamenti climatici e affrancarsi rapidamente (alla luce anche della attuale grave e delicata situazione legata a tragiche ragioni geopolitiche, ma anche economiche) dalla dipendenza da fonti fossili di cui siamo forti importatori, tale urgenza non giustifica la scelta di qualsiasi sito, laddove vi siano alternative sicuramente migliori”.
Nelle specifico le associazioni ambientaliste evidenziano alcuni elementi di criticità “già messi in parte in evidenza a livello del dibattito comunale e da altri interventi sugli organi di stampa, meritano di essere sottolineati e approfonditi:
– la posizione del sito individuato si trova in area a pericolosità idrologica molto elevata (esondabile), e ricade quindi fra le aree individuate come non idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra proprio dal Piano di assetto idrogeologico del Comune di Borgo San Dalmazzo;
– sul sito è presente un’area boscata, che verrebbe ovviamente eliminata: la cosa è francamente assurda, per non dire paradossale, perché si vanno ad eliminare alberi che fra i loro servizi ecosistemici annoverano la cattura di CO2 , quindi preziosi e fondamentali contro i cambiamenti climatici. Perché in alternativa non utilizzare le molte ed estese superfici già compromesse da precedenti cementificazioni su cui installare i pannelli fotovoltaici? La stessa area Italcementi, adiacente al sito scelto, potrebbe essere in parte destinata allo scopo”.
La lettera prende in considerazione anche aspetti finora poco considerati nel dibattito pubblico. “Sarebbe opportuno che nella previsione di bonifica e trasformazione dell’ex area produttiva Italcementi fossero compresi anche lo smantellamento della teleferica e, soprattutto, il recupero della cava di monte Cross che pure si presterebbe ottimamente per l’installazione di impianti fotovoltaici. La nostra proposta, oltre ad individuare altre aree compromesse per l’installazione dei pannelli, è quella di valutare l’ipotesi di inserire l’area boscata in oggetto, debitamente salvaguardata e migliorata (insieme alla parte che verrebbe ceduta gratis al Comune e destinata a parco) nel “mercato volontario dei crediti di Carbonio”, cosa possibile grazie ad una recente norma regionale (Deliberazione Giunta Regionale 18 febbraio 2022 n. 24-4672 “L. 221/2015, D.lgs 34/2018, Disposizioni, in attuazione della D.G.R. 24-4638 del 6 febbraio 2017, per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio e la valorizzazione dei servizi ecosistemici in ambito non forestale della Regione Piemonte”) in grado di fornire, quindi, anche un valore economico aggiunto, oltre agli innumerevoli altri servizi ecologici”.
Decisamente amara la conclusione dei cinque presidenti. “Ci sembra, come purtroppo spesso accade un po’ in tutto il nostro Paese, che nella scelta del sito sia mancata una visione d’insieme, organica e lungimirante, che tenga conto anche degli aspetti paesaggistici, la cui importanza troppo spesso viene sottovalutata. Prendiamo atto, con rammarico, che con questa scelta il Comune ha perso una buona occasione di mantenere un bosco e puntare alla riqualificazione dell’intera area Italcementi”.
Ad alcuni dei rilievi avanzati risponde, seppure indirettamente, una lettera firmata dal sindaco Gian Paolo Beretta, dal vice Giuseppe Bernardi e dal capogruppo di maggioranza Francesco Papalia, arrivata qualche ora prima alla redazione del nostro giornale.
“Si ritiene di apportare modifiche all’attuale Piano Regolatore – scrivono – per poter ampliare e finalmente aprire la città a nuove opportunità, perché una scelta fatta esattamente 20 anni fa (quella di individuare l’area come non idonea per l’installazione di impianti fotovoltaici, ndr) può risultare di gran lunga superata. Può e anzi deve essere messa in discussione, proprio per il bene della città a cui si fa spesso riferimento, soprattutto in campagna elettorale.
Dobbiamo prenderci le nostre responsabilità. Un amministratore comunale deve studiare, capire e infine scegliere obiettivamente il meglio per la città, non nascondersi dietro la possibilità di fare un referendum (riferimento alla proposta avanzata dall’ex sindaco Varrone, ndr). Troppe volte sono stati tirati in ballo improbabili referendum solo per scaricare sui cittadini scelte importanti, per decidere di non decidere. Noi siamo consapevoli e abbiamo infine deciso che per il bene della città questo fotovoltaico andava fatto, in quanto rappresentanti della maggioranza degli elettori della Città”.
La lettera dei tre amministratori si sofferma poi sulla proprietà dei terreni destinati al fotovoltaico e dell’area del cementificio. “Inutile ricordare che stiamo parlando di proprietà ben distinte su due terreni contigui. E’ chiaro che l’Italcementi dovrà esser riconvertita ma non è stato possibile inserire nella contrattazione la sezione di proprietà di quest’ultima. Tanto per capirci sarebbe stato come contrattare l’acquisto di una casa con il proprietario della casa a fianco”.
L’intervento di Beretta, Bernardi e Papalia si conclude con una considerazione di carattere generale. “Ci resta solo un’ultima riflessione. Se vi sia qualcuno che, addirittura in questo momento storico di grave carenza idrica ed energetica, non riesca a capire quanto siano importanti le energie rinnovabili, vuol dire che ad oggi qualcuno non ha ancora capito che con la salute del Pianeta e con il futuro di Borgo non si può in alcun modo giocare”.