Cuneo –
- Olio di semi (girasole, mais, ecc.) +19%
- Verdura fresca +17%
- Pasta +12%
- Burro +11%
- Frutti di mare +10%
- Farina +9%
- Margarina +7%
- Frutta fresca +7%
- Pesce fresco +6%
- Carne di pollo +6%
È questa la classifica degli aumenti dei prezzi al consumo dei prodotti alimentari e delle bevande, pubblicata da Coldiretti sui dati Istat del’ultimo mese. Un aumento determinato dalla guerra in Ucraina, con il record fatto segnare dall’olio di semi che costa il 19% in più, davanti alla verdura fresca (+17%) e alla pasta (+12%). L’inflazione è salita in media del 4,6% per il cibo.
“Si tratta del risultato del mix esplosivo dei rincari energetici e di quelli delle materie prime agricole colpite da accaparramenti, limiti alle esportazioni e speculazioni – riporta la nota Coldiretti – con aumento determinato dalla guerra in Ucraina, e che fa calare la fiducia dei consumatori”.
“In un Paese – spiega Roberto Moncalvo, delegato Confederale di Coldiretti Cuneo – come l’Italia dove l’85% delle merci per arrivare sugli scaffali viaggia su strada, l’aumento dei prezzi di benzina e gasolio ha un effetto valanga sui costi delle imprese e sulla spesa di consumatori. I rialzi si estendono all’intera filiera agroalimentare, dai campi all’industria di trasformazione fino alla conservazione e alla distribuzione. Il nostro Paese deve puntare ad aumentare la propria produzione di cibo recuperando lo spazio fino ad oggi occupato dalle importazioni che sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato, lavorando per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali”