Cuneo – Scendono in piazza gli infermieri ed i professionisti della Sanità piemontese per rivendicare i propri diritti ed il riconoscimento dell’importanza e del valore della propria professione. Venerdì 1° aprile l’appuntamento sarà in piazza Castello a Torino, davanti alla Prefettura, per un flash mob di protesta che si terrà dalle 10 alle 13, su iniziativa del Nursing Up, il sindacato degli infermieri e delle professioni sanitarie.
Obiettivo della manifestazione sarà portare all’attenzione dei decisori politici e rivendicare ancora una volta le richieste del comparto: area contrattuale autonoma; maggiori risorse per le indennità specifiche degli infermieri e per tutti i professionisti della Sanità; reale contrasto al fenomeno della violenza ai danni degli operatori sanitari; assunzioni a tempo indeterminato per rendere adeguate le dotazioni degli organici in Sanità e la stabilizzazione del personale precario; rimozione del vincolo di esclusività.
Al Prefetto e al presidente della Regione Piemonte il sindacato chiede che ognuno, per quanto di sua competenza, agisca sia presso il Governo sia nella realtà locale, affinché vengano messe in cantiere azioni risolutive e definitive rispetto alle suddette richieste. Al presidente della Regione si chiede, inoltre, un incontro per un confronto sulle problematiche del comparto.
“Siamo profondamente amareggiati – spiega il segretario regionale Nursing Up Piemonte, Claudio Delli Carri – per l’assenza di concretezza dopo le tante promesse e le tante parole spese in questi mesi e anni così difficili per tutti. Da parte del Ministro della Salute è arrivato solo un timido segnale di valorizzazione della nostra professione attraverso il riconoscimento di una indennità professionale, nemmeno sostenuta da adeguati finanziamenti. Sul fronte della struttura del rapporto di lavoro, gli infermieri sono ancora soggetti ad un anacronistico e paradossale obbligo di esclusività, che non consente loro di svolgere attività libero professionale, come invece fanno gli altri professionisti dipendenti della Pubblica Amministrazione.
La stessa situazione si riflette sulle regioni e in particolare la nostra, dove non sono stati sufficienti, o si sono già esauriti, gli interventi di natura temporanea, per lo più legati esclusivamente al periodo delle ondate di emergenza pandemica, che hanno tamponato una situazione critica, sempre però con grandi affanni, ma non hanno mai affrontato in modo strutturale e concerto la valorizzazione delle professioni sanitarie e infermieristiche e la ormai drammatica carenza degli organici”.