Borgo San Dalmazzo – “La situazione è allucinante. Per il mio lavoro sono abituato a vedere situazioni impressionanti, ma quello che ho visto in questi giorni al confine tra Polonia e Ucraina non lo dimenticherò facilmente”.
A parlare è Roberto Dutto, ex Vigile del Fuoco, molto conosciuto a Borgo anche per il suo impegno come segretario della sezione Avis. Roberto è rientrato a casa da poche ore, dopo aver partecipato a una missione umanitaria organizzata da Arca Solidale onlus di Volpiano (un’associazione nata per ospitare i bambini di Chernobyl) in collaborazione con Specchio dei Tempi. Un viaggio di 1.740 km, attraversando Italia, Austria, Repubblica Ceca e Polonia per portare generi di prima necessità agli sfollati in fuga dalle zone di guerra. Il convoglio era formato da un pulmino da 9 posti (con carrello) dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco – sezione di Cuneo, un altro pulmino e un pullman da 60 posti. Duplice lo scopo: consegnare il materiale raccolto in Italia grazie alla generosità di privati, associazioni, ditte; e portare al sicuro in Italia il maggior numero possibile di profughi.
“A Korczowa, a pochi chilometri dal confine con l’Ucraina, un immenso centro commerciale è stato trasformato in campo profughi – racconta Roberto –: più di 2.500 persone sono ammassate su brandine o per terra, in attesa di poter far rientro a casa o di poter salire su un pullman che le porterà verso la loro nuova vita. I polacchi fanno quello che possono, ma le condizioni igieniche sono assolutamente precarie”.
A fare da interprete c’era Oksana, restauratrice, da vent’anni in Italia ma con tutti i parenti ancora in Ucraina. “Dopo aver consegnato gli aiuti – continua Roberto – abbiamo dedicato la domenica a organizzare il viaggio di una sessantina di profughi verso l’Italia, quasi tutti donne e bambini. Da parte degli sfollati c’è una comprensibile diffidenza, non è stato facile rassicurarli, ma alla fine ce l’abbiamo fatta”. Sulla strada del ritorno, tappe a Udine, Verona, Brembate per far scendere chi sapeva di poter trovare ospitalità dai parenti. Tutti gli altri saranno accolti da famiglie del torinese che hanno offerto la disponibilità di case o posti-letto. E già si sta progettando un secondo viaggio della speranza.